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**Giustizia: proposte Lettera 150, ‘commissione bicamerale inchiesta e riforma sistema in 4 punti’**

Di Redazione |

Roma, 17 feb. (Adnkronos) – Una commissione bicamerale d’inchiesta dotata legislativamente dei medesimi poteri della Magistratura inquirente sul fenomeno delle correnti e soprattutto sugli episodi di condizionamento delle decisioni del Csm avvenuti in questi anni particolarmente per le nomine degli uffici direttivi; ed una riforma del sistema giudiziario in quattro punti a partire dal funzionamento del Csm per superare il caso Palamara. Sono le proposte degli accademici e magistrati del Think Tank Lettera 150 che affermano in una lunga relazione: “La magistratura inquirente penale (e in parte anche quella giudicante) ha acquisito un potere esorbitante e improprio nei confronti degli altri poteri dello Stato anche oltre ai due tradizionali. Con la semplice apertura di una inchiesta, talvolta solo l’annuncio, si condizionano elezioni e maggioranze politiche”.

“Non si può non osservare che la situazione verificatasi non solo non è più tollerabile, ma deve anche condurre alla individuazione delle responsabilità e alla comprensione dei meccanismi sbagliati che hanno condotto a questo stato di cose assai pericoloso per la tenuta democratica stessa del Paese – si legge del documento del Think tank – Un Paese democratico non può permettere che il suo potere giudiziario sia trascinato in una situazione scandalosa quale quella che stiamo vivendo. La fiducia nei poteri dello Stato, e massimamente in quello che per definizione dovrebbe essere assolutamente autonomo, indipendente ma anche imparziale è il vero collante di una democrazia, ed oggi una parte di questo collante si è desolatamente disciolto”.

Quattro i capisaldi della proposta di Lettera 150 per superare la crisi attuale del sistema giudiziario: Modifica del meccanismo di nomina dei consiglieri togati del Consiglio superiore della magistratura attraverso un sistema misto che veda una prima individuazione dei magistrati eleggibili tramite sorteggio e successivamente l’elezione all’interno dei candidati sorteggiati; riorganizzazione degli uffici di procura attraverso una individuazione dei criteri per l’assegnazione degli incarichi direttivi, in particolare indicando come primaria la posizione nell’ordine di ruolo ove sussista anche l’idoneità all’incarico; criteri di nomina ad incarichi direttivi e di supporto (addetti a segreteria generale o ufficio studi) da ricondurre al sistema della estrazione tra idonei, per interrompere il filo diretto correntizio; disposizione di un sistema disciplinare per i magistrati finalizzato ad aumentarne la trasparenza mettendola al riparo anche solo dal sospetto di una giurisdizione autoreferenziale.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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