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Eni: non più olio di palma in bioraffinerie Marghera e Gela

Anticipato obiettivo programma 'palm oil free'

Di Redazione |

VENEZIA, 25 OTT – Eni ha definitivamente concluso l’approvvigionamento di olio di palma nelle bioraffinerie di Porto Marghera e Gela per la produzione di biocarburanti idrogenati. Nelle scorse settimane – informa l’azienda – sono giunti gli ultimi carichi, in anticipo rispetto all’obiettivo dichiarato di diventare ‘palm oil free’ entro fine 2022. Le bioraffinerie Eni di Venezia e Gela sono già oggi alimentate con materie prime ‘waste & residue’ – scarti e residui di lavorazione, come gli oli esausti di cucina e i grassi animali – per più dell’85%, e con altre biomasse regolamentate dalle normative europee e nazionali vigenti. Dal Kenya a novembre arriverà a Gela il primo carico di olio vegetale prodotto nell’agri-hub di Makueni, dove avviene la spremitura di sementi di ricino, di croton e di cotone, gli agri-feedstock di produzione Eni che non sono in competizione con la filiera alimentare, coltivati in aree degradate, raccolti da alberi spontanei o risultanti dalla valorizzazione di sottoprodotti agricoli. A questi, la cui produzione arriverà a 2.500 tonnellate di olio entro la fine del 2022 e 20.000 tonnellate nel 2023, si aggiunge la raccolta di scarti e residui, tra cui gli oli vegetali esausti raccolti in Kenya: i primi carichi sono in arrivo in Italia e si prevede ne arrivino fino a 5.000 tonnellate nel 2023. La bioraffineria di Porto Marghera è stato il primo esempio al mondo, nel 2014, di conversione da una raffineria di petrolio, e oggi Eni è la prima a costruire un modello di integrazione verticale per l’approvvigionamento, che consente di promuovere uno sviluppo locale più sostenibile in Africa. Le bioraffinerie Eni producono biocarburanti idrogenati HVO destinati, in purezza o miscelati, alle motorizzazioni diesel, bionafta per la filiera della chimica, biogpl e biojet per il trasporto aereo. L’HVO può essere utilizzato anche puro in tutte le motorizzazioni omologate e consente di abbattere le emissioni di CO2 tra il 60 e il 90% rispetto al mix fossile di riferimento. Eni ha annunciato lo studio per la possibile realizzazione di una terza bioraffineria a Livorno.

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