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Arenare (Leonardo International Investigation): “Indagini matrimoniali, solo un professionista può produrre prove valide in aula”

Di Redazione |

Investigare in autonomia, prima o dopo la separazione, può esporre il coniuge all’accusa di stalking

Roma, 12 gennaio 2022. “Scoprire eventuali tradimenti da parte del partner e raccogliere prove a riguardo per ottenere l’addebito della separazione, ma anche cercare informazioni per far sì che la decisione del giudice possa essere presa sulla base di informazioni corrette”. Secondo l’esperienza della Dott.ssa Liliana Arenare, titolare dell’agenzia Leonardo International Investigation, con sede a Roma ma operativa in tutta Italia, sono queste le motivazioni principali per le quali ci si rivolge ad un investigatore privato per un’indagine matrimoniale. A muovere il coniuge è sempre un sospetto o un dubbio per il quale si cerca una conferma che possa poi valere in tribunale. Perciò è fondamentale affidarsi ad un professionista “sia perché le prove prodotte da persone non autorizzate ad indagare non avrebbero alcun valore in aula sia per evitare di commettere imprudenze e di farsi scoprire” aggiunge la dottoressa Arenare, sottolineando come indagare senza autorizzazioni in questo particolare ambito “possa esporre facilmente all’accusa di stalking”.

Le motivazioni per le quali una persona chiede l’intervento dell’investigatore privato nell’ambito del proprio matrimonio sono essenzialmente di due tipologie: nella fase iniziale, in presenza di un sospetto o di comportamenti strani da parte del coniuge, per scoprire l’eventuale tradimento e in fase di separazione per raccogliere elementi utili ad ottenere l’addebito e la previsione di un assegno corretto.

“La parte economicamente più debole ha diritto ad un assegno di mantenimento che le consenta di mantenere lo stesso tenore di vita. Nell’80% dei casi si tratta della donna, ma non mancano situazioni in cui a beneficiare del contributo sia l’uomo – specifica la Dott.ssa Arenare – In questo senso ci viene chiesto di intervenire per verificare da una parte la presenza di entrate (anche non dichiarate) che potrebbero far variare la cifra da corrispondere e dall’altra il mutare della situazione dopo la separazione, magari con la nascita di un nuovo legame. L’inizio di una convivenza, infatti, provoca la perdita del diritto al mantenimento da parte dell’ex coniuge”. Ragione per cui si tende a nascondere tanto i nuovi rapporti quanto eventuali fonti di guadagno non regolarmente denunciate. Il che rende indispensabile l’intervento di un professionista.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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