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Inquinamento moderato nelle città italiane: in Sicilia però due “maglie nere”

I dati sono quelli dei ricercatori di Kyoto Club e del Cnr, che hanno presentato il rapporto "MobilitAria"

Di Redazione |

L’inquinamento nelle città italiane non è cresciuto tranne in pochi casi, ma comunque con moderazione. È la prima realizzazione a cui sono arrivati i ricercatori di Kyoto Club e del Cnr, che hanno presentato ilrapporto “MobilitAria”. Nessuna, lo scorso anno, ha assistito ad una crescita dei valori di biossido di azoto (N02). Si è invece registrato un decremento delle concentrazioni del particolato Pm10 a Roma (-4%), Torino (-12%), Milano (-20%), Genova (-5%), Bari (-4%), Bologna (-16%), Cagliari (-4%) e Napoli (-4%).Modesta risalita, invece, per i valori a Messina (+10%), Palermo (+4%) e Firenze (+4%).

In tutte le città, invece, numeri decrescenti per il Pm2,5, con picchi di successo a Torino (-23%) e Milano (-17%). Non è mancato poi un quadro della distanza delle città monitorate dagli obiettivi di mobilità sostenibile. In quanto a distacco al 2021 a fare peggio sono Reggio Calabria (con una media degli indicatori del divario del -104%) e Messina (-101%). Meglio, invece, a pari merito Milano e Firenze (-51%).Per Kyoto Club e Cnr questi numeri sono una dimostrazione di come sia necessario continuare a favorire proposte di «città a misura di persone», si legge nel rapporto, come per il caso di Bologna 30. Mentre «il Mit ha segnato un’involuzione, che trova il suo apice nella controriforma del Codice della strada, approvata alla Camera dei deputati in prima lettura», prosegue.

Sono fino a 2.755 le morti premature associabili all’inquinamento a Roma, 2.059 a Milano secondo il rapporto ‘MobilitArià di Kyoto Club e Cnr. La stima dell’impatto sanitario è una delle novità di questa edizione e dimostra come l’inquinamento abbia un impatto sulla vita delle persone, ma anche sull’economia. I tassi di morti premature evitabili sono più alti – appunto – a Roma e Milano, mentre i più bassi a Cagliari, dove ‘solò 5 (± 0,04) morti sono attribuibili all’esposizione a lungo termine al Pm10, mentre 21,88 (± 0,15) al Pm2,5 e 18,66 (± 0,14) al No2.

A fare peggio in percentuale rispetto agli obiettivi indicati dall’Oms nelle sue linee guida per evitare morti premature da esposizione a No2, però, sono Messina e Reggio Calabria, rispettivamente a -298% e -273% dai traguardi. Segue a distanza Cagliari (-163%). A fare meglio, invece, Palermo e Bari, con -92% e -84%.Kyoto Club e Cnr hanno anche calcolato la ricaduta economica dell’impatto sanitario, che varia da 17 milioni di euro a Cagliari ai 7 miliardi di Milano.Per quanto riguarda le emissioni delle navi, anch’esse inserite per la prima volta nel documento, a Roma Civitavecchia e Venezia il contributo delle navi da crociera all’emissione di ossidi di azoto e, soprattutto, ossidi di zolfo, è stimato essere maggiore di quello di tutte le autovetture locali.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA