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Cesare Cremonini,la mia scommessasulla Sicilia

Cesare Cremonini, la mia scommessa sulla Sicilia

Il cantante emiliano parla del suo rapporto con l’Isola e svela un restroscena

Di Luca Ciliberti |

CATANIA. “Una come te, se chiude gli occhi vede il mare…”. La Sicilia nel cuore e nella mente. Cesare Cremonini sceglie la strofa di una sua canzone per testimoniare a gran voce il suo amore per l’Isola che nel 2000 segnò l’esordio dal vivo dei Lunapop e che, recentemente, lo ha accolto in maniera straordinaria nel suo concerto solo piano e voce a Taormina, per un evento unico. L’artista emiliano ieri ha preso un aereo da Bologna e ha fatto un salto a Catania per «invitare personalmente i siciliani al concerto del 16 novembre al palasport di Acireale». Il live, organizzato da Carmelo Costa per Musica da Bere, è parte del nuovo tour che prende il titolo dal suo ultimo album: Logico. Cremonini ci mette la faccia ed è proprio lui a voler spiegare a tutti le ragioni dell’assenza prolungata dei suoi tour dalla Sicilia. «Il motivo principale per cui non siamo potuti venire sta nel fatto che ultimamente il pubblico siciliano non ha premiato gli artisti – rivela – Il concerto di quest’estate al Teatro Antico è stata una scommessa personale con la produzione. Da quel successo è arrivata la risposta che ha convinto tutti a tornare qui con una tappa del nuovo tour. Acireale sarà un banco di prova, la risposta a una sfida che ha, già adesso, un forte valore simbolico: io mi metto in gioco dimostrandovi, oggi, la mia voglia di stare con voi. Avrò un mese e mezzo per mettere insieme i successi di quindici anni, che mi auguro di cantare con un grande pubblico».   Quest’estate ha girato un po’ per la Sicilia. Tra le tappe del suo percorso, un’escursione in cima all’Etna. Una foto ha suggellato quel momento. «Ancora oggi è il mio post con più “like” in assoluto» commenta. Di getto scrisse, su Facebook scrisse: «Ogni pensiero tetro si arrende e si sgretola come la materia appena sfiorata dalla lava. La Sicilia dovrebbe essere raccontata molto di più per l’unicità di quello che propone piuttosto che per i suoi dolori mai perdonati». Parole agrodolci, che testimoniano la sua capacità di cogliere la profondità nei particolari. «Quello scatto ferma un momento incredibile: il vulcano dava spettacolo sotto la luna della notte di San Lorenzo che luccicava sul mare, che dall’alto sembra uno stagno. Mi attrae la garbatezza, l’intelligenza e la cultura che trasmette questa regione. A mio avviso un’Italia migliore non può prescindere da una Sicilia importante».   L’ex Lunapop, si è scoperto da qualche settimana, sembra essere il cantautore preferito del ministro Maria Elena Boschi. È stata proprio la renziana titolare del dicastero per le Riforme a indicare l’artista bolognese come interprete ideale di Immagine, il brano scritto per lei dal catanese Gianni Belfiore, autore che ha collaborato a lungo con Julio Iglesias, ma anche con Raffaella Carrà e Fred Bongusto. A distanza di qualche settimana, è lo stesso Cesare Cremonini a declinare gentilmente l’invito del ministro. «Mi fa piacere che Maria Elena Boschi abbia pensato a me, però, come ha già anticipato lei, i testi e la musica delle canzoni che canto sono miei 100%. Non ho l’abitudine di interpretare parole scritte da altri, non è il mio modo di attraversare il mondo musicale». Il ministro se ne farà una ragione e probabilmente sarà in prima fila durante la tappa fiorentina di Logico tour. Un artista più maturo, che nel nuovo album equilibra perfettamente «ragione e sentimento che in una parola diventano Logico, la giusta misura tra il disordine del passato e la concretezza di oggi». «Appartengo a una generazione cresciuta ascoltando le cose che ascoltavano tutti, il mio primo disco è stato quello del Festivalbar. Poi, in modo del tutto personale, sceglievo a gusto mio – spiega – ai Nirvana, ad esempio, preferivo i Queen».   Scherza sulla tragedia sportiva della retrocessione in serie B che accomuna Catania e Bologna, racconta gli scoop del ristoratore Oscar, le cene di famiglia e le telefonate notturne dei pazienti al papà medico. Il suo è il pop 2.0, la nuova generazione della canzone d’autore di un artista che ha mai dato nulla per scontato. «Vivo con la sensazione che tutta questa fortuna devo guadagnarmela ogni giorno, costantemente. Ma sono consapevole che porto avanti un modo di concepire la musica che è ancora molto valido. L’approccio rimane ancora quello dell’emergente, perché questo non è un mestiere che si impara meccanicamente». Dai Lunapop a Logico, tra alti e bassi vertiginosi. «Scrissi 50 Special che ero ancora un adolescente e mi cambiò la vita: fino ad allora passavo i pomeriggi facendo finta di studiare filosofia mentre sul tavolo leggevo i quiz per superare l’esame della patente, con mia madre che mi rimproverava da dietro la porta della mia stanza. Con i Lunapop arrivò una sbornia colossale, 40 date tutte esaurite, ovunque». Poi l’implosione del gruppo e la scelta di proseguire la carriera da solista. «Il primo tour di Bagus fu un flop, una volta c’era talmente poca gente che fummo costretti a girare il palco dal lato più corto del palazzetto. Per dieci anni ho vissuto l’incubo del pubblico, in un’età in cui non si è in grado di metabolizzare delusioni così cocenti. Penso di essere stato abbastanza forte, perché tornare oggi in cima alle classifiche dopo una caduta simile è una dimostrazione che la musica, quando si lavora con coerenza e senza compromessi, arriva alle persone nel modo giusto».   Cremonini duetterà con Fiorella Mannoia in Le tue parole fanno male, brano contenuto nel prossimo disco della cantante romana, ma la sua fantasia è proiettata al cinema. «Vorrei collaborare con un regista – rivela – mettendomi in gioco in altri ambiti. In questo la conoscenza di Pupi Avati (nel film Il cuore grande delle ragazze del 2011, ndr) è stata illuminate. L’idea di fare il tira buoi di un progetto discografico fatto di duetti e collaborazioni non mi piace, non lo voglio fare. Piuttosto preferirei fermarmi».

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