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Caos vaccinazioni, ambulatori presi d’assalto E’ solo allarme per certificazioni scuola?

Di Pierangela Cannone |

Catania – I genitori potranno iscrivere i propri figli a scuola dell’infanzia e materna solo presentando una certificazione che provi l’avvenuta vaccinazione dei bambini. Gli inadempienti, invece, dovranno certificare ai dirigenti scolastici l’impegno a vaccinare i figli entro il 10 marzo del 2019. Almeno questa, finora, è la nuova proposta (non ancora esecutiva) contenuta nell’emendamento al cosiddetto “decreto milleproroghe” – che modifica la legge Lorenzin – e che, in questi giorni, sta facendo discutere tanto i genitori quanto i dirigenti scolastici.

Intanto, nel timore che la circolare governativa possa diventare legge nel giro di poco tempo, si corre presto ai ripari, così che anche a Catania gli ambulatori per le vaccinazioni sono presi d’assalto da genitori e figli. Per fortuna che, in tempi non sospetti (lo scorso giovedì), l’Azienda sanitaria provinciale ha dato il via alle aperture straordinarie degli ambulatori «al fine di incrementare le coperture vaccinali della popolazione – spiega il direttore del dipartimento di Prevenzione dell’Asp, Antonio Leonardi – e di dare continuità alle azioni di contenimento dell’epidemia di morbillo, che ha interessato nei mesi scorsi la regione. Al momento non ci sono novità nella normativa. Il nostro progetto è una macchina organizzativa già messa in moto un anno fa ed è orientata sia alla promozione e all’incremento delle vaccinazioni in generale sia al recupero dei soggetti inadempienti per morbillo e per papilloma-virus. I catanesi sono virtuosi e gli alunni inadempienti, in base agli elenchi trasmessi dalle scuole, sono circa il 5%: sembra abbiano capito l’importanza della prevenzione, presentandosi in massa negli ambulatori, che resteranno aperti fino a ottobre, in vista dell’imminente apertura dell’anno scolastico. In particolare, un ambulatorio per distretto (a Catania sono due) effettuerà aperture straordinarie: ogni lunedì e mercoledì pomeriggio e ogni sabato mattina. Infine ai genitori dei bambini non vaccinati per morbillo e nati nel 2016 è già stato spedito un invito con appuntamento dedicato».

Occorre considerare che alle attività ambulatoriali di vaccinazione profuse dall’Asp, si aggiungono le operazioni “burocratiche”: sulla scia dello scorso anno, anche stavolta il dipartimento di Prevenzione sta inviando alle scuole etnee gli elenchi completi degli alunni non ancora in regola con gli obblighi vaccinali in modo da agevolare gli adempimenti, che fino a marzo potranno far valere la propria autocertificazione. Dall’Asp, però, arriva un altro messaggio: «La vaccinazione è importante per la salute propria e altrui – afferma il direttore del servizio di Epidemiologia e prevenzione dell’Asp di Catania, Mario Cuccia – e va fatta a prescindere dagli obblighi di legge. In merito alle file nei nostri ambulatori, non posso che difendere l’operato dei colleghi, che lavorano in maniera continuativa per circa quattro ore e mezza e forse anche più. C’è da dire che la gente arriva negli ambulatori con ritardo e, adesso, si pretende celerità. Rispetto allo scorso anno c’è un grande impegno: a Catania ogni giorno vacciniamo non meno di 250 soggetti e quasi 800 in provincia. In questi giorni si è registrata un’accelerata, ma è stata indotta da una confusa e mutevole comunicazione nazionale».

«Anche i dirigenti scolastici – prosegue Cuccia – sono disorientati… Sarebbe stata opportuna una riunione tra l’assessorato competente e l’ufficio scolastico regionale per fornire delle indicazioni. L’Asp, a breve, invierà nelle scuole l’elenco dei soggetti adempienti agli obblighi vaccinali, così che ci si possa focalizzare solo sui soggetti non in regola, che dovranno provvedere a presentare entro il 10 marzo la certificazione di avvenuta vaccinazione, qualora l’emendamento venga approvato. Se non si farà questa distinzione, c’è il rischio che si attivino procedure che coinvolgano anche i soggetti in regola e ciò produrrebbe un intasamento delle nostre strutture».

La parola, dunque, spetta anche ai dirigenti scolastici, che si trovano tra l’incudine e il martello. «Abbiamo il dovere di rispettare il diritto allo studio – afferma il presidente emerito dell’Uciim, l’Unione cattolica italiana di insegnati e dirigenti, Giuseppe Adernò – e, quindi, non possiamo respingere un bambino non vaccinato, nel rispetto della libertà di educazione di ciascun genitore. Ecco che l’emendamento in questione ci mette in difficoltà, nonostante sia stato pensato per la salute dei cittadini. Alcuni presidi hanno chiuso la porta a tanti bambini non vaccinati e che, per tutta risposta, sono stati iscritti dai genitori in istituti privati… C’è il rischio che si alzi un polverone: se i bambini possono entrare in aula solo se vaccinati, lo stesso dovrebbe valere per gli insegnanti. Caso contrario, troverei la normativa inconsistente».

«L’obbligo delle vaccinazioni – aggiunge il presidente provinciale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo dei medici di famiglia), Francesco Pecora – dovrebbe interessare tutta la popolazione, senza fasce di distinzione. Le file negli ambulatori ci sono perché si è generato allarmismo e, per tutta risposta, le problematiche in Sicilia si risolvono all’ultimo secondo. Siamo indietro rispetto ad altre regioni per la formazione e informazione sanitaria. Tuttavia, nella volontà di andare incontro all’esigenza della popolazione e siglando un accordo con l’Asp, i medici dello Snami si mettono a disposizione per incrementare il lavoro negli ambulatori, così da smaltire presto le file e accelerare le vaccinazioni».

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