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LA VIOLENZA SESSUALE

Catania, lo stupro agli archi della Marina e la città sotto shock tra allarme sicurezza ed evidenti carenze culturali

Il nuovo episodio di violenza riporta alla memoria i drammatici fatti accaduti alla Villa

Di Laura Distefano |

Una donna dominicana è stata stuprata all’alba del 23 dicembre scorso. Due volte. Da due uomini diversi, che in poche ore sono stati arrestati dalla polizia. Gli abusi avvenuti a pochi passi da piazza Borsellino (ex Alcalà) hanno evocato lo stesso sconcerto vissuto dalla città quasi un anno fa, quando si seppe della violenza sessuale ai danni di una tredicenne nei bagni della Villa Bellini durante le festività agatine.

Alcuni non commentano, in attesa di conoscere meglio i dettagli di ciò che è avvenuto il 23 dicembre mattina. Ma il comunicato diffuso ieri mattina dalla polizia ha scatenato una serie di reazioni da sindacati, politica e forze sociali. Da una parte si chiede sicurezza, ma sono tutti d’accordo nel dire che quello che serve è una rivoluzione culturale che può nascere solo attraverso l’educazione delle giovani generazioni.«Siamo addolorati per la vittima e molto preoccupati per la violenza palpabile che si registra per le vie del centro». Così Carmelo De Caudo, segretario generale della Cgil si fa portavoce del sentimento della città che ha subito collegato il fatto a quanto avvenuto al giardino Bellini. «Poco meno di un anno fa, in occasione della violenza subita da una giovanissima alla Villa Bellini, avevamo chiesto alle istituzioni una maggiore attenzione affinché vengano rispettate le regole del vivere civile, maggiori controlli e più ascolto per le persone più fragili, servizi per le donne. – prosegue De Caudo – La Cgil di Catania, tutte le sue categorie e il suo Coordinamento donne sono ogni giorno impegnati nella divulgazione della cultura della non violenza nei luoghi di lavoro e nelle scuole, e siamo grati alle forze di polizia che hanno arrestato i presunti responsabili dello stupro in piazza Alcalà, ma è necessario una sforzo comune più incisivo affinché nessuna diventi preda della sessualità tossica».

«Un nuovo episodio di violenza ha scosso le vie della nostra città». È questo il grido del segretario territoriale dell’Ugl Giovanni Musumeci. «Poco meno di un anno fa, la violenza si era già manifestata all’interno della villa e oggi ci troviamo a constatare un nuovo episodio di violenza». Il sindacalista è consapevole del grande lavoro svolto dalle Istituzioni, Questura e Prefettura in testa. Musumeci però pressa per «un incremento dei sistemi di sorveglianza all’interno della nostra città» affinché «possa essere un mezzo deterrente per prevenire questo fenomeno». «Inoltre – conclude Musumeci – è imprescindibile promuovere una forte educazione e consapevolezza nelle future generazioni, affinché si sviluppi una cultura di rispetto per l’essere umano. Solo attraverso un impegno condiviso e costante di tutte le Istituzioni possiamo sperare di costruire una società più sicura e giusta per tutti».

«La donna abusata da due uomini sotto gli Archi della Marina rappresenta l’ennesima storia di violenza che lascia sconcertati», dice la deputata regionale del Pd, Ersilia Saverino. «Questa continua escalation di brutali aggressioni va assolutamente fermata. I buoni propositi, le indignazioni di facciata ed i soliti proclami di circostanza vanno messi da parte per favorire una serie di iniziative che pongano al centro di tutto la sicurezza delle donne che hanno il diritto di essere protette».

Anche secondo la coordinatrice Mpa di Catania Pina Alberghina «il grave atto di violenza consumato a Catania alla Vigilia di Natale è un episodio che ha scosso duramente la nostra comunità» E nell’esprimere «profonda solidarietà nei confronti della vittima» afferma che «la promozione di un cambiamento culturale radicale, l’educazione al rispetto della parità di genere e della diversità culturale sono doveri sui quali politica, istituzioni, associazioni, scuole e singoli cittadini devono lavorare non solo perché spinti da un imperativo morale, ma per il bene di tutta la comunità».

Parte civile

Infine il Codacons Sicilia Donna annuncia che chiederà di costituirsi parte civile nel processo che si aprirà nei confronti dei due arrestati. L’avvocato Federica Prestidonato: «Esprimiamo la nostra più profonda solidarietà alla vittima di questo ignobile e atroce crimine, ennesimo attacco ai diritti umani delle donne. Il Codacons Sicilia Donna si impegna a sostenere la vittima in ogni fase del procedimento legale, assicurandosi che i responsabili siano perseguiti con la massima severità prevista dalla legge. È fondamentale che episodi di tale brutalità non restino impuniti e che si lavori attivamente per prevenire simili atti di violenza nella nostra comunità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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