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Catania, salta il consiglio di amministrazione di Multiservizi

Da settimane nella società nervi tesi su organigramma e incarichi. Ora si accelera sul rebus delle nomine

Di Luisa Santangelo |

Con le dimissioni di due componenti su tre, è ufficialmente saltato il Consiglio di amministrazione della società partecipata Multiservizi. Gli ormai ex consiglieri Nunzia Daniela Leotta e Maurizio Arena hanno rassegnato le loro dimissioni, per motivi personali, martedì. Il cda – compreso il presidente Alessandro Corradi – è dunque decaduto. A breve, quindi, spetterà al collegio sindacare convocare l’assemblea dei soci (il Comune di Catania) per la nomina del nuovo cda, entro due settimane.Fin qui, la cronaca. Il retroscena è un’altra storia. Intanto perché sabato scorso si è tenuta la prima riunione della maggioranza sul tema del rinnovo dei vertici delle partecipate: un cambio della guardia atteso da tempo, vista la spartizione dei posti di sottogoverno tra i partiti del centrodestra catanese. E poi perché proprio Multiservizi, nelle ultime settimane, ha dovuto fare i conti con una serie di problemi interni, su cui lo stesso Organismo di vigilanza aveva chiesto chiarimenti. Dall’affidamento, per chiamata diretta, dell’incarico di Rspp (Responsabile servizio prevenzione e protezione) all’ingegnere Mario Lombardo, fratello dell’assessora Viviana Lombardo e conoscenza di vecchia data del presidente Corradi; alla soppressione della figura del dirigente dell’area acquisti, unico con questo ruolo nell’organico di Multiservizi, mentre sono previste diverse progressioni verticali (cioè promozioni) all’interno della stessa azienda.

Proprio a proposito del dirigente da sopprimere, poi, pare che negli ultimi giorni si stia consumando un piccolo giallo: pare che sia partita una lettera di licenziamento, forse inviata a una casella pec non più operativa. Posto che le dimissioni di entrambi i componenti del cda, Leotta e Arena, sembra che siano avvenute per motivi personali, sembra altresì che il paventato licenziamento abbia colto di sorpresa più di qualcuno. Incluso il diretto interessato.Il presidente Corradi si trincera dietro a un «no comment». Quando, qualche giorno fa, questo giornale aveva dato la notizia dell’incarico all’ingegnere Lombardo e delle perplessità dell’Organismo di vigilanza, però, alla domanda diretta sul futuro della sua presidenza aveva risposto: «Rimarrò in carica fino all’approvazione del bilancio 2024». Quello del 2023 è stato approvato a maggio di quest’anno. Le prospettive, insomma, erano di periodo un po’ più lungo.Ora tutto, invece, è cambiato. Dei due amministratori dimissionari, una è di area Fratelli d’Italia, l’altro è espressione del Movimento per l’autonomia. Da entrambi i partiti non arrivano commenti nemmeno ufficiosi, figurarsi ufficiali. Si lascia intendere, però, che tra le correnti interne ai meloniani il clima sia – quantomeno – un po’ nervoso. Nella lotta fratricida («pogliesiani contro resto del mondo», dice qualcuno; «ormai Galvagno si è preso tutti», commentano altre fonti), le partecipate sono un fronte di conquista particolarmente ghiotto.

Le dimissioni del cda di Multiservizi, però, non dovrebbero accelerare i tempi più di quanto fosse già previso. Perché, stando a quanto risulta a questo giornale, i partiti della maggioranza e il sindaco Enrico Trantino si sono dati, come scadenza per le nomine, la prima settimana di novembre, o giù di lì. Ormai, insomma, ci siamo quasi. Altre regole: potere di veto del primo cittadino sui nomi avanzati dai partiti (che dovranno essere di «alto profilo», altrimenti rischiano di essere cassati); ordine di scelta in base ai consensi ottenuti alle amministrative 2023 (chi ha ottenuto più voti sceglie per primo); saranno rinnovate anche le governance di Sidra e Catania Rete Gas, nonostante la spada di Damocle della fusione in Sidrag. A breve comininceranno le audizioni tra il sindaco e i singoli partiti.

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