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Cenere dell’Etna a Catania, Trantino: «Dobbiamo imparare a conviverci. Un fenomeno che non va drammatizzato»

«Ogni comune dovrebbe avere una spazzatrice così come avviene con le località di montagna con gli spazzaneve»

Di Carmen Greco |

«Non è più un’emergenza, dobbiamo conviverci, senza drammatizzare il fenomeno». Il sindaco Enrico Trantino è combattuto fra due sentimenti. Il senso di frustrazione per la nuova pioggia di cenere proprio nel momento in cui s’erano iniziate le operazioni di pulizia della città, e la consapevolezza di non piangersi addosso: «dobbiamo solamente risolvere il problema con le unioni operative per capire come e quando muoverci per avviare alla più rapida soluzione l’inconveniente. In passato, magari, la pioggia riusciva a mitigare e “lavare” parte del problema. Ora la siccità prolungata non ci aiuta».

È stata messa in campo qualche azione unitaria con gli altri Comuni?«Come sindaco metropolitano avevo manifestato l’intenzione di convocare tutti sindaci dei paesi dell’Etna perché, in effetti, non ha senso muoversi con una strategia spot. Serve un metodo unitario che ci consenta di intervenire dove necessario, sui vari versanti dell’Etna. Intanto bisognerebbe verificare il costo di alcune macchine spazzatrici che potremmo comprare come città metropolitana e, quindi, evitare quegli interventi che molto spesso vengono compiuti sulla base di esigenze immediate, ma che – a mio avviso – potrebbero essere tamponati preventivamente e più tempestivamente. D’altra parte se tutte le località montanare del mondo hanno gli spazzaneve, non capisco perché non dovremmo dotarci noi di spazzatrici per la cenere».

Quante di queste spazzatrici ha la città metropolitana?«Nessuna. A Catania ci affidiamo alle ditte che provvedono alla raccolta dei rifiuti, non so in passato gli altri comuni cosa abbiano fatto, ma credo abbiano proceduto allo stesso modo. Secondo me la città metropolitana o la Scmc (l’azienda speciale nata dalla ceneri di Pubbliservizi ndr) potrebbero acquistare questi mezzi, ma è un’ipotesi che va verificata così come l’eventuale reperimento dei fondi». Insomma al momento ogni Comune va per i fatti suoi… «Sì, è chiaro che dovremmo essere più coordinati nell’attività».Sulla pulizia c’è un piano… Per l’utilizzo della cenere?«Questo non dipende da noi, è un combinato disposto dal piano rifiuti e dalle iniziative dell’Università che ci deve dire cosa effettivamente si può fare con la cenere. Se utilizzarla come fertilizzante o come materiale per l’edilizia».

Ma di studi sull’utilizzo della cenere se ne parla da vent’anni…«Infatti, ma non avendo competenze tecniche in materia non è il caso di sbilanciarsi su valutazioni che non mi competono. Il discorso dello smaltimento è un problema del piano dei rifiuti regionale…».

Ma poi è il sindaco che si ritrova la città ricoperta di cenere…«Infatti questo non significa che rimanga indifferente. È chiaro che solleciterò l’adozione di uno schema e di un modello che ci permetta di essere pronti ogni qualvolta si verifichi “l’incidente” cenere».

Molti turisti non hanno mai visto questo fenomeno e ci sono state anche delle disdette. Non pensa che una campagna informativa negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie e dei bus possa servire a “spiegare” e tranquillizzare?«Io avrei delle perplessità su un’eventuale campagna d’informazione in questo senso. È come se volessimo concentrare l’attenzione su qualcosa che il turista può leggere come un inconveniente, un pericolo. Secondo me sulla cenere deve calare il silenzio. Quando all’inizio di luglio ci sono stati qui mille ragazzi da tutta Europa per il Junior achievement Italia, si è messa a piovere cenere e loro sono rimasti affascinati, nemmeno per un secondo ho colto in loro inquietudine o preoccupazione…».

E le cancellazioni negli hotel?«Ma forse più per la chiusura dell’aeroporto e per i disagi che comporta, non per l’Etna. S’era parlato di un nuovo radar che avrebbe permesso di accertare la presenza di cenere in qualunque condizioni di tempo per atterrare e decollare… Non so a che punto sia, ma essendo soci solleciteremo un approfondimento con il management dell’aeroporto per conoscere se effettivamente si stia facendo il possibile su questo fronte».

E il discorso sui rischi per la salute?«Non abbiamo mai approfondito la specificità relativa alla cenere dell’Etna ma i livelli delle polveri sottili secondo l’ultimo rilevamento di Arpa ci hanno rivelato che con con la cenere il limite viene superato del 50% e quando avviene questo è chiaro che la preoccupazione c’è».

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