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“Così andò la battaglia del Simeto”

Il diorama di Enrico De Maria "disegna" fedelmente una delle fasi dello scontro con gli Alleati, determinati a entrare in città

Di Maria Elena Quaiotti |

Da ieri è un diorama (termine più corretto rispetto a “plastico”) ad arricchire ulteriormente il Museo dello Sbarco alle Ciminiere. Inaugurato dal sindaco della Città metropolitana Salvo Pogliese, è stato realizzato da Enrico De Maria del “Centro siciliano modellismo storico” e raffigura la battaglia del ponte Primosole sul fiume Simeto, ovvero una delle fasi della sanguinosa “battaglia del Simeto” – forse la più “prestigiosa” per i soldati italiani – chiamata anche “operazione Fustian” e durata complessivamente sei giorni (dal 12 al 18 luglio 1943).

«Il ponte Primosole – spiega Giambattista Condorelli di “Siciliantica” – per gli Alleati costituiva la via principale di accesso alla città di Catania, per questo venne difeso strenuamente dai tedeschi che chiamarono a loro supporto degli “Arditi”, unità d'élite del Regio Esercito: erano circa 300 quelli di stanza in Sicilia orientale. Il clou degli scontri al ponte avvenne nella notte tra il 14 e il 15 luglio 1943, solo il 16 luglio gli Alleati iniziarono a ritirarsi, la battaglia del Simeto venne sospesa il 18 luglio e gli scontri si spostarono a Sferro, Gerbini, Agira e Regalbuto, dato che l’intento era riuscire a “entrare in città” dal “fianco”. Cosa che alla fine avvenne il 5 agosto: le truppe tedesche e italiane si erano già ritirate e la città si era arresa». Un'altra storia, di cui torneremo a parlare presto.

Nei progetti di De Maria «il diorama non sarà, o meglio non dovrebbe essere l'unico, poiché per comprendere le dinamiche e l'esito della battaglia del Simeto bisognerebbe rappresentarne tutte le fasi, fedelmente, come in questo caso». Un “desiderata” rivolto, innanzi tutto, all'ente Città metropolitana. Gli appassionati del genere apprezzeranno il realismo con cui è stato ricostruito il ponte, i mezzi utilizzati, perfino le divise dei soldati e le asperità del fiume.  Chi invece (e soprattutto se siciliano) non avesse ancora visitato il Museo dello Sbarco, dovrebbe farlo: nei due piani allestiti alle Ciminiere (ormai da vent'anni) niente è stato lasciato al caso, vincitori e vinti sono rappresentati con equilibrio, vengono riportati dettagli storici anche poco conosciuti. E poi perché, quando si parla di Sbarco in Sicilia, si sta parlando di un pezzo della nostra storia che non potrà mai essere cancellata. Il museo, dunque, merita la giusta promozione e, come conferma Pogliese, «ciò sta avvenendo con l'organizzazione di vari eventi, puntando ad un segmento del turismo – quello storico militare – che noi vogliamo capitalizzare alla stregua di quanto accaduto in Normandia. Il nostro Museo dello Sbarco ha valenza internazionale, stiamo migliorando l'offerta attraverso le foto inedite di Phil Stern e, ora, con il diorama della battaglia del ponte Primosole. Siamo convinti che la Sicilia, e la nostra provincia, possano puntare su questa fascia di turismo: per questo stiamo lavorando in maniera determinata».

Ciò che successe al ponte Primosole, sfruttando il diorama, lo spiega invece Federico Ciavattone, che proprio ieri ha presentato il suo libro “Arditi in Sicilia”: «Sono raffigurate le stesse sahariane che equipaggiavano la X legione Arditi proprio in fase di attraversamento del ponte. La prima azione di sfondamento venne eseguita dall'altra parte del ponte, dove gli Arditi scesero anche dai mezzi perché oltre alle azioni fortificate vi erano anche reti di filo spinato, quindi venne superato di slancio e con estrema violenza. L'ordine del Comandante era “sfondate subito, andate dritti e spingetevi più in là che potete”.

La strada poi si spostava, salendo, a destra in direzione di Bivio Iazzotto. La camionetta del X reggimento Arditi era scoperta, non era corazzata, quindi si è trovata a subire il fuoco avversario: perderemo quattro camionette sulle sei che procedevano in fila indiana. Alcuni Arditi rimasero accerchiati e continuarono a combattere fino all'alba, altri però riuscirono a guadagnare e guadare il fiume e, quando arrivarono dall'altra parte, dovettero subire anche il fuoco italo-tedesco, poiché erano stati scambiati per soldati britannici. La battaglia del ponte Primosole è un episodio particolarmente significativo perché il Simeto era stato dato come uno di quegli obbiettivi che doveva essere superato nei primi giorni dall'operazione di sbarco delle truppe britanniche in Sicilia; in realtà non fu così, perché Catania avrebbe visto l'arrivo degli Alleati soltanto a inizio agosto”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA