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L’aeroporto di Catania e il futuro della “Morandi”: «Deve essere ristrutturata»

Il “vecchio” scalo al centro del primo incontro dei “Dialoghi in Pubblico” promossi dal Pd con M5S, Sd e Mec

Di Redazione |

Nella sala Coppola di Palazzo degli Elefanti è emersa la consapevolezza che le carte e i programmi sull’aerostazione Morandi parlano di ristrutturare il manufatto realizzato sul progetto di Riccardo Morandi, per costruire una nuova aerostazione a est dell’attuale. A confermarlo, un’enorme mole di documentazione. Ultima per tempo, la relazione del ministero dell’Ambiente dell’aprile 2023 che, in un parere circostanziato, ribadisce la formula del master plan di sviluppo dell’aeroporto, che prevede proprio la ristrutturazione, non la demolizione, dell’aerostazione del 1981.L’occasione per fare chiarezza sulle carte e le dichiarazioni è stata data dal primo evento dal nome “Dialoghi in Pubblico”. La formula di questi incontri, promossa dal Pd e realizzata con l’adesione di M5S, Socialdemocrazia Sd e il Movimento Mec, ha portato a un confronto pubblico e diretta streaming proprio sull’ipotesi di demolizione dell’aerostazione Morandi.

Una storia lunga più di 40 anni

L’incontro è stato stimolato dalle domande e dalle osservazioni di Claudio Melchiorre, presidente del Movimento elettori e consumatori, che ha introdotto il tema. La breve cronistoria ha ricordato che l’aerostazione Morandi fu inaugurata nel 1981, costruita con criteri antisismici all’avanguardia. Nel 2007 è stata inaugurata l’aerostazione attuale.

Nello stesso 2007 la società di gestione aeroportuale e l’Enac sottoscrivono una convenzione che stabilisce che la successiva fase di espansione dell’aeroporto che prevede tuttora la ristrutturazione dell’aerostazione Morandi, per edificare una nuova aerostazione a est. La stessa procedura è stata utilizzata, per l’espansione delle strutture degli aeroporti di Roma Fiumicino, Linate, Napoli e, in genere, per tutti gli aeroporti italiani.Improvvisamente, e senza studi retrostanti, nel 2019 la Sac commissiona uno studio nel quale per la prima volta si parla di demolizione dell’aerostazione Morandi, senza alcuna asseverazione da parte dell’Enac. Nel 2023 viene ritirato il vincolo di non demolizione della Morandi come bene architettonico di pregio, ma si continua a parlare della sua ristrutturazione e nuova costruzione di un’aerostazione a est, da parte del ministero dell’ambiente.Maurizio Caserta ha spiegato che l’iniziativa di cui è stato promotore è nata per dare trasparenza alle attività istituzionali dei gruppi consiliari. «Dialoghi in Pubblico sarà un appuntamento costante, nel futuro, e già da questa prima iniziativa non intende offrire tesi precostituite. Per questo motivo non c’è una preferenza personale per la ristrutturazione Morandi preconcetta, ma dovuta a fattori concreti che probabilmente la società di gestione potrà meglio chiarire. Ovviamente sarebbe stata utile la presenza della Sac a questo appuntamento, ma le sollecitazioni alla presenza non hanno dato frutti. Certo, continueremo la nostra attività ispettiva e anche propositiva perché questo è un tema di vitale importanza per la Sicilia e per Catania».

Un solo atto parla di demolizione

La parola è passata a Francesco Russo, docente di ingegneria dei trasporti dell’Università di Reggio Calabria, che ha elencato i provvedimenti che si riferiscono alla ristrutturazione della Morandi. «C’è un solo atto che parla di demolizione ed è un documento commissionato dalla Sac ad una società di architettura. Per il resto, tutta la documentazione tecnica approvata dalla stessa Sac parla di ristrutturazione dell’aerostazione Morandi e di costruzione di una nuova aerostazione a est». Da questo punto di vista, ha spiegato Russo, anche solo porsi il problema della demolizione dell’aerostazione Morandi è fuorviante. Non ci sarebbero infatti documenti solidi a supporto, tra quelli disponibili e rintracciabili. Il prof. Russo ha poi spiegato: «Le previsioni di traffico non si fanno aumentando del 2% le stime sul traffico passeggeri dell’anno precedente. Sono anni che si tengono in conto altri fattori di carattere strutturale, come le condizioni ambientali, politico-sociali e infrastrutturali. Per esempio, avrebbe una grande influenza la costruzione di una stazione della metropolitana di collegamento sotto terra. Misteriosamente, a Catania si progetta di realizzarla a qualche centinaio di metri dall’ingresso dell’aeroporto. Se consideriamo che i lavori di interramento della ferrovia sono stati finanziati, la scelta appare inspiegabile. Come inspiegabile è la impermeabilità tra zona industriale e le infrastrutture di trasporto come porto, stazione e aeroporto. I soldi ci sono, vanno utilizzati bene».

J’accuse di Crispino

Luigi Crispino, presidente di Aerolinee Siciliane, ha spiegato che siamo in presenza di un eclatante caso di mala gestio. La demolizione dell’aerostazione Morandi è solo un’altra traccia di questa evidenza. «Si vuole demolire senza avere i soldi per ricostruire. Sembra un complotto ai danni dei siciliani, per impedirci di partire ed arrivare a Catania. Da questo punto di vista, forse è il caso di pensare a una privatizzazione dell’aeroporto di Catania sulla falsariga di quanto accade a Palermo, chiamando Enav SpA a comprare anche Catania. D’altronde, sono anni che si parla di rete aeroportuale siciliana. Questa è l’occasione, senza peraltro perdere il controllo pubblico delle risorse investite negli scali».Anthony Barbagallo, deputato del Pd, ha assicurato l’attenzione dei parlamentari siciliani sul tema aeroporto. «La demolizione della Morandi appare un errore. Non mancherà la nostra attenzione e le nostre attività ispettive, come non mancano su un aeroporto dimenticato, come quello di Comiso. Né dimentichiamo che in qualsiasi altro posto del mondo chi avesse gestito la crisi dell’incendio di luglio come è stata gestita dalla Sac, avrebbe dovuto dimettersi o sarebbe stato dimesso. Nel silenzio generale delle istituzioni e dei governi nazionale e regionale, va anche dato un plauso al sindaco Trantino che ha sostenuto con forza l’evidenza degli errori gestionali commessi».Graziano Bonaccorsi, consigliere comunale M5S, ha quindi stressato l’assenza di visione complessiva nel gestire la questione della demolizione della Morandi. «D’altronde, non si riesce a parlare del ruolo che porto, aeroporto, ferrovie, strade e interporto devono avere in forma combinata. Noi vigiliamo e proponiamo, ma occorre che i governi di città, regione e nazionale diano seguito alle proposte e alle evidenze che portiamo avanti».

Andrea Vecchio, tra i decani di Confindustria e Ance, ha ricordato le fasi della nascita e realizzazione dei progetti di sviluppo dell’aeroporto di Catania. «La nuova aerostazione è stata costruita senza troppa logica funzionale. Tutti gli spazi aperti al pubblico sono stati asserviti all’affitto e sfruttamento commerciale, con il risultato che persino per i viaggiatori portatori di handicap ci sono scale da affrontare per accedere agli aerei, oltre a non esserci sedute e spazi sufficienti di deambulazione. In ogni caso, il progetto iniziale era quello di costruire l’attuale aerostazione, ristrutturare la Morandi, disegnata dal più grande progettista italiano del XX secolo, e costruire la nuova aerostazione a partire dall’area dove c’è oggi il cosiddetto terminal C. Da un punto di vista meramente costruttivo, è importante ricordare che le demolizioni, se non ci sono ragioni di stabilità, e in questo caso non ci sono, sono sempre un costo e uno spreco di denaro, costano almeno quanto le ristrutturazioni».Un messaggio è stato inviato anche dalla rappresentante di Socialdemocrazia Sd Vicky Amendolia, che ha ricordato come senza l’aerostazione Morandi «si condannano Catania e la Sicilia ad almeno un decennio senza sviluppo aeroportuale. L’errore è marchiano e contrario alla cura del buon padre di famiglia che ogni amministratore dovrebbe garantire».

Al “Dialogo in Pubblico” hanno assistito in presenza anche i consiglieri Gianina Ciancio del M5S e Gerry Barbagallo del Pd. Nel parterre anche l’on. Alessandro Pagano, in forza al dipartimento di Programmazione Economica della Presidenza del Consiglio.Caserta e Melchiorre hanno dato appuntamento al prossimo incontro di “Dialoghi in Pubblico”. «Si tratta di una formula aperta e non di parte che nel futuro accoglierà tutte le formazioni politiche e sociali che vorranno partecipare. Resta il nostro compito di proseguire nell’attenzione sull’aeroporto, con iniziative concrete e anche nella speranza di poterci confrontare con la Sac apertamente e in modo produttivo. L’obiettivo è garantire alla Sicilia un futuro di sviluppo».

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