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Verso le amministrative
Motta Sant’Anastasia al voto per ritrovare anima e identità
È una foto malinconica quella scattata alla vigilia delle urne nel centro di 12mila abitanti in cui i militari Usa di Sigonella e le feste medievali hanno per anni fatto girare l’economia e portato turisti
Dei fasti medievali di un tempo è rimasto ben poco. E neanche della ricchezza che gli americani di Sigonella hanno portato al paese, tra affitti, anni di vita vissuta e investimenti, c’è più traccia.In un assolato sabato mattina di inizio giugno le strade del centro sono deserte e in piazza Umberto I – cuore pulsante della cittadina – due auto di vigili urbani sono “stranamente” in sosta davanti al Municipio. «I vigili in questa piazza non si vedono mai – mormora un cliente del bar centrale -evidentemente è solo perché si sposa qualcuno di importante…».Disaffezione, scoramento e abbandono sono i sentimenti che aleggiano a Motta Sant’Anastasia alla vigilia del voto che sabato e domenica, l’8 e il 9 giugno, incoroneranno il nuovo sindaco, la Giunta e il Consiglio comunale.
Uscente a trazione Lega
Ma – come è giusto che sia tra favorevoli e contrari – c’è anche chi è soddisfatto di quanto fatto finora dal primo cittadino uscente (Anastasio Carrà) e dalla sua governance a trazione Lega. «Dieci anni di questa amministrazione ci hanno salvati dall’immobilismo. Speriamo bene anche per i prossimi», dice sorridente Luisa, una simpatica signora di mezza età che con le buste della spesa sta facendo rientro a casa.Alla fine della discesa del Municipio, sotto al monumento, c’è un capannello di gente. Oggi cittadini che si godono il sole, sabato e domenica elettori. «Amministrare un Comune mica è così semplice – dice Ernesto – ma se il prossimo sindaco farà tesoro di quello che è stato senza distruggere quello che fin qui si è realizzato già è un passo avanti. Serve lavorare sugli investimenti, per migliorare la città in tema di trasporti, scuole, sicurezza e controllo del territorio. Qualunque colore politico avrà la nuova Giunta l’obiettivo è andare oltre, non distruggere».Valorizzare le risorse umane, investire in politiche giovanili, nel turismo e nella società sono le cose di cui i cittadini hanno bisogno.
Serve una identità
«Questo paese non ha più un’identità – racconta Franco, insegnante in pensione – i giovani vanno via da qui perché non c’è lavoro, non ci sono opportunità di crescita e perché mancano i servizi essenziali. I miei figli e quelli dei miei amici – chi diplomato, chi laureato – hanno scelto strade diverse al Nord o addirittura all’estero. È come se non ci fosse futuro».E alla carenza dei servizi essenziali, come trasporti e attività commerciali, si aggiungono i problemi legati alla questione sicurezza. «L’impressione è che questo paese sia una specie di dormitorio – ammette Sergio – succede che ai tanti giovani costretti a cambiare paese, corrispondono altrettanti residenti “forestieri” venuti dalla periferia di Catania che hanno scelto di vivere qui per la posizione strategica che il paese mantiene».«A Motta non c’è un’edicola – tuona Giuseppe, ex impiegato e adesso pensionato – e io come tanti altri anziani siamo costretti ad andare a Misterbianco per comprare i quotidiani, assurdo».Altro grande assente è il trasporto pubblico che, a parte gli scuolabus, non esiste. Mentre quello extraurbano, garantito dall’Ast, è a singhiozzo e irregolare.
Le periferie abbandonate
A denti stretti c’è poi chi lamenta la mancanza di sicurezza con le periferie abbandonate alla solitudine e al degrado. «Ci sono una marea di pregiudicati agli arresti domiciliari o al soggiorno obbligato e quando se ne parla il commento è che a “Motta si sta in pace”. E, infatti, la sera in alcuni quartieri sembriamo al Bronx…». Ma anche il centro storico non se la passa meglio con la zona che dà sul castello piena di case vecchie e fatiscenti e un quartiere, Urnazza, bloccato. Resta, infatti, la ferita di quella che i mottesi identificano con la “frana del ponte” nella zona tra viale Carmine Caruso e via Tenente Platania: le due strade per troppo tempo rimaste isolate sono adesso in attesa di un finanziamento di quasi 5,4 milioni di euro che serviranno per il consolidamento del sottosuolo e per fare fronte al rischio idrogeologico. I soldi, che arriveranno grazie al Fsc, il fondo per la coesione sociale, sono stati annunciati qualche giorno fa dall’amministrazione uscente.
Cosa si aspettano gli elettori?
Ma cosa si aspettano i cittadini dalla nuova compagine amministrativa?«La prima cosa da fare è ricostruire il contatto con la gente – sottolinea Francesco – perché la storia, le tradizioni di questo paese sembrano state dimenticate. Qui abbiamo una lunga tradizione con la festa medievale che si svolge ad agosto. Un’evocazione storica legata al castello normanno con giullari, mangia fuoco, danzatrici, giocolieri e con gli immancabili sbandieratori dei rioni. E poi serve un impulso nuovo alle opere pubbliche».Al di là della “voci della città”, c’è la politica. Quella fatta dai partiti, dai simboli, dalle segreterie politiche, dagli schieramenti e dai candidati. Motta viene da dieci anni di amministrazione di centrodestra, con Anastasio Carrà che nel tempo è diventato il referente politico della Lega e di Matteo Salvini in Sicilia. Attuale deputato nazionale del Carroccio – per non interrompere il legame con il suo territorio – ha deciso di candidarsi per un posto da consigliere comunale.
Ci sono i candidati

Ai nastri di partenza ci sono tre aspiranti sindaci: Antonino Gulisano, Antonio Bellia e Daniele Capuana. Tre le liste: “Uniti per Motta, Nino Gulisano Sindaco”, “Bellia Sindaco” e “Cambiamo Motta, Daniele Capuana Sindaco” e 48 candidati alla carica di consigliere. Sedici sono quelli da eleggere (11 alla maggioranza e cinque all’opposizione).Nino Gulisano è stato per anni geometra del Comune e conosce bene la macchina amministrativa. La sua discesa in campo è il frutto dell’accordo raggiunto tra il suo gruppo civico denominato “Motta cresce” e il gruppo d’opposizione “Immagina” che aveva lanciato in prima battuta la candidatura alla carica di primo cittadino del giovane Danilo Festa (che in virtù dell’intesa ha fatto un passo indietro). Cultura, famiglia, territorio e sviluppo sono i quattro temi principali del suo programma elettorale.Antonio Bellia, libero professionista nel settore della Pubblica Amministrazione, è il vicesindaco dell’uscente Carrà. La sua candidatura è di fatto una scelta condivisa per dare continuità all’azione amministrativa. «Non sono in corsa per una poltrona, sono in corsa per te» (Motta, ndr) si legge nel suo programma elettorale. «L’unico obiettivo? Avvicinare Motta a un livello di normalità».Daniele Capuana, politico di lungo corso e uomo di sport con la passione per il karate, è stato assessore provinciale e nel 2014 candidato sindaco (contro Carrà). Messa da parte la politica per qualche anno, ha studiato alla Scuola di alta formazione in affari internazionali a Roma (da qui la scelta di introdurre nel programma elettorale il rafforzamento delle relazioni con la base Usa di Sigonella). È stato consulente alla regione dell’assessorato ai Trasporti e attualmente lo è al Bilancio. È sostenuto da Forza Italia, con Marco Falcone in testa e da Sud Chiama Nord con Cateno De Luca.