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Ancora baby gang al Giardino Bellini: «Mia figlia e un amico picchiati da un branco»

Una madre denuncia l’ennesimo caso di violenza avvenuto giovedì sera alla villa: la polizia sulle tracce dei responsabili

Di Laura Distefano |

Il telefono ha suonato. Sullo schermo è spuntato il nome della figlia. Il sorriso ha illuminato il viso della mamma quando ha detto: «Ciao, amore». Dall’altra parte della cornetta però ha risposto una voce maschile: «Signora, salve, sono un poliziotto». Il cuore per un microsecondo si è fermato. Poi ha ricominciato a battere. Mancava un quarto d’ora alle 7 di sera. Giovedì scorso. Il racconto di una madre catanese è cominciato da qui.

Gli insulti e le botte

La figlia, tredicenne, è stata insultata e picchiata alla villa Bellini. Era assieme a un amico coetaneo. Stavano passeggiando sul vialetto dei personaggi illustri. «Mia figlia era al giardino già dalle quindici. Aveva un appuntamento con un gruppetto di amici, poi dopo le diciotto ha deciso di allontanarsi per fare una passeggiata con un suo compagno». All’improvviso un gruppo di ragazzi, sui 12-13 anni, in bicicletta ha cominciato a insultare pesantemente i due amici. Offese in slang catanese. Il motivo? Avrebbero rallentato la loro corsa. Sarebbero stati d’ostacolo al loro giro in bici. «A un certo punto sono partite le sberle all’amico di mia figlia. E poi gli schiaffi sono arrivati anche a lei». Tanti schiaffi. Hanno tentato di scappare dalla scalinata ripida per andare verso la parte bassa della villa mai baby teppisti li hanno raggiunti. «Hanno cominciato a spingerli. E anche a dargli calci in faccia. Uno ha colpito mia figlia a un orecchio. Ma lei capisce che avrebbe anche potuto colpirla al naso, agli occhi. Avrebbe anche potuto cadere e sbattere sul marmo della scalinata», dice la donna.

La fuga dalla baby gang

I ragazzi sono riusciti a divincolarsi e trovare una via di fuga. La baby gang, forse per non lasciare incustodite le bici, questa volta non li ha seguiti. Anna e Vincenzo, puri nomi di fantasia, hanno girato il parco comunale cercando qualcuno che potesse aiutarli. Vicino alla fontana hanno visto una Volante della polizia e sono immediatamente andati a raccontare quello che hanno subito. «Gli agenti sono stati umani e generosi, hanno confortato mia figlia e il suo amico. Li hanno tranquillizzati». La sera hanno deciso di tornare a casa invece di affrontare la lunga attesa di un pronto soccorso. «La mia priorità, visto che non erano emersi dolori importanti, è stata tranquillizzarla visto che era molto scossa».

La denuncia

Ieri mattina i genitori di Anna e Vincenzo hanno sporto denuncia alla squadra mobile. I poliziotti hanno già acquisito le immagini delle telecamere, fornite dalla polizia municipale. Gli investigatori sono già sulle tracce del branco. E nelle prossime ore potrebbero già esserci risvolti.La mamma non nasconde l’amarezza: «Questo episodio è tristemente simbolico perché accade nello stesso luogo dove è avvenuto lo stupro della tredicenne. Non è cambiato nulla. Quando cala la sera è una giungla dove questi teppisti devono sfogare la loro rabbia e attaccano senza motivo i ragazzi che appaiono più tranquilli. C’è quasi uno scontro sociale». La donna ha anche riflettuto: «Sono ragazzi che provengono da contesti difficili che scaricano così la loro rabbia. Non riesco nemmeno ad avercela con loro. Però qualcosa bisogna fare». E lancia una proposta: «Ma se mettessimo istruttori di ginnastica o giardinieri alla Villa che attirano questi ragazzi in attività sportive o lavorative? Impegnarli in qualcosa potrebbe fargli scaricare l’ira e magari si addolcirebbero».Intanto la Prefettura, ieri, ha annunciato che è stato disposto un piano straordinario di controllo del giardino «con l’impiego di pattuglie interforze che si manterranno costantemente operative durante gli orari d’apertura».

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