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LA SENTENZA

Catania, ergastolo al boss Enzo Santapaola: fu mandante dell’omicidio Bonanno, ucciso nel 1995 davanti all’Etna Bar

Il nipote di Nitto Santapaola, inoltre, dovrà sostenere le spese processuali e quelle sostenute dalle parti offese.

Di Laura Distefano |

Ergastolo confermato per Vincenzo Santapaola “il grande”. La Corte d’Assise d’Appello, presidente Elisabetta Messina, ha emesso la sentenza nei confronti del figlio del defunto boss Salvatore per l’omicidio di Vito Bonanno, avvenuto davanti all’Etna Bar nel 1995. Accolta quindi la richiesta formulata dal pg Nicolò Marino. Il nipote di Nitto Santapaola, inoltre, dovrà sostenere le spese processuali e quelle sostenute dalle parti offese.

Il collegio di secondo grado ha invece emesso sentenza di non luogo a procedere nei confronti di Alfio Adornetto per intervenuta prescrizione. In primo grado l’imputato era stato condannato a 14 anni per il concorso nell’omicidio del giovanissimo Giuseppe Torre di Misterbianco: sarebbe stato lui a indicare ai killer il luogo dove poter agganciare l’appena 18enne che fu interrogato, torturato e bruciato vivo nel 1992. L’unica colpa del ragazzo fu quella di essere il figlio di una donna che aveva contatti con Gaetano Nicotra, il nemico giurato del capomafia Giuseppe ‘u malpassotu Pulvirenti, all’epoca braccio armato di Santapaola.

Niente aggravanti

L’omicidio è stato contestato senza aggravanti e questo fa sì che il reato si prescriva in 20 anni. Infatti nel dispositivo letto ieri pomeriggio si legge che la prescrizione era già arrivata in primo grado. Per effetto domino sono state revocate ad Adornetto le pene accessorie e le statuizioni civili in favore dei familiari della vittima.

L’udienza di ieri si è aperta con le arringhe delle difese: ha discusso l’avvocato Valeria Rizzo, che assiste assieme a Salvatore Pietro Paolo Puglisi il rampollo della famiglia di sangue di Cosa nostra catanese. Poi è stato il turno del difensore di Adornetto Giovanni Bellino, del foro di Caltagirone. Dopo alcune ore di camera di consiglio, intorno alle 14,30, la Corte d’Assise d’Appello è tornata in aula e ha dato lettura del dispositivo. Le motivazioni saranno depositate tra 30 giorni.

Il processo è uno dei tronconi dell’articolata inchiesta Thor condotta dal Ros e che partendo dalle dichiarazioni di Francesco Squillaci, ‘detto Martiddina’, permise di risolvere diversi delitti commessi tra il 1989 e il 2007.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA