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IL RETROSCENA

Catania, il turista selvaggiamente pestato davanti al lido: aveva filmato la lite all’ingresso del locale

Le indagini del blitz Ombra portano alla luce una rissa di circa un anno fa: tra i picchiatori alcuni santapaoliani del gruppo della Stazione

Di Laura Distefano |

Violenza inaudita. Un turista ingenuo ha avuto la sfortuna di trovarsi, l’anno scorso, nel posto sbagliato al momento sbagliato. Stava trascorrendo una serata d’agosto in un lido della Scogliera quando ha notato dei momenti di tensione tra alcuni giovani e gli addetti alla sicurezza. Motivo? L’ingresso nel locale. Il cliente ha avuto la cattiva idea di filmare la scena con il telefonino. Ma purtroppo i protagonisti della fibrillazione se ne sono accorti. E lo hanno massacrato di botte.

Il pestaggio immotivato è documentato dai poliziotti della squadra mobile che per mesi hanno lavorato all’operazione Ombra che ha portato in carcere i capi di Cosa nostra etnea. Un picchiatore ha colpito alla testa la vittima con il calcio di una pistola che poi punta in faccia a un vigilantes intento a sedare gli animi. Anche la moglie del povero turista ha cercato di fermare gli aggressori, invano.

La banda criminale era capitanata da Daniele Strano (nella foto in alto), ritenuto il responsabile operativo del gruppo mafioso della Stazione del clan Santapaola-Ercolano. I detective dello Sco sono arrivati all’identificazione incrociando le immagini estrapolate dalle telecamere di videosorveglianza e alcune immagini caricate sui social dove indossavano lo stesso abbigliamento mentre sono seduti nel locale. In quello scatto sono stati immortalati mentre “brindano” Nino Castorina (nella foto a destra), Giuseppe Gambadoro, Giuseppe Pistone (personaggio coinvolto nel blitz antidroga Malerba), Giovanni Miceli e Daniele Strano (nella foto a sinistra).

Le chat

I poliziotti una settimana dopo la rissa hanno deciso di svolgere un attività di prevenzione nello stabilimento balneare. E la loro “presenza” non è passata inosservata. Qualche giorno dopo infatti, Strano ha inviato una serie di messaggi su WhatApp a Castorina che ha confermato la loro partecipazione attiva al massacro del turista. Inizialmente hanno commentato le indagini che sono state avviate dalle forze dell’ordine sull’aggressione con la conseguente acquisizione dei video. Che secondo gli indagati ormai sarebbero «comprensive anche dell’audio». Dato assolutamente sbagliato. Le telecamere infatti registrano solo immagini e nessun suono.

Una convinzione assolutamente errata che però ha scatenato i loro timori. Nino Castorina, infatti, nella lite con l’addetto alla sicurezza avrebbe più volte fatto «riferimento alla loro appartenenza alla famiglia mafiosa e in particolare al gruppo della Stazione». «Io gliel’ho detto di scendere là sotto ma mi sono presentato perché io ti ho detto: “Ci dobbiamo presentare?” E tu mi hai detto: “Sì” […] Certo, abbiamo confermato in pieno. Se ce l’hanno loro, quanto voglio bene ai bambini, come loro fanno il suo lavoro… questi qua sono cose che glieli buttano lì sopra al magistrato». Strano e company si sono sentiti spacciati. E non hanno avuto tutti i torti.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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