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Infn, quei ricercatori tornati in Sicilia e lasciati senza futuro

Di Maria Elena Quaiotti |

CATANIA – La protesta dei precari dell’Infn, Istituto nazionale di Fisica Nucleare che proprio a Catania vede operativo uno dei 4 maggiori laboratori del Paese, ha caratterizzato la giornata di ieri. Una data scelta non a caso, infatti nelle stesse ore in cui dipendenti e ricercatori di tutta Italia protestavano è stato eletto il nuovo presidente dell’Istituto, il bolognese Antonio Zoccoli. «Il sito catanese conta una ventina di precari – denuncia Domenico Torresi, portavoce dei precari dei Laboratori nazionali del Sud – alcuni sono in questa situazione anche da 10 anni. Nonostante una legge che ha previsto le stabilizzazioni, la Legge Madia, l’ente l’ha disapplicata lasciando fuori molti di noi. Siamo persone con svariate esperienze qualificanti all’estero, ma che hanno deciso di rientrare in Sicilia perché convinte che sia nostro preciso dovere far crescere la nostra terra. Ma nonostante tutto siamo bistrattati e senza un lavoro fisso».

E non si parla di ricerca “astratta”: «Qui si fa ricerca di base – prosegue – ricerca pura, ma anche applicazioni pratiche. Si curano i tumori dell’occhio, si effettuano attività sui beni culturali con la datazione di reperti archeologici, oltre a tutte le applicazioni ai vari campi della Fisica nucleare. Non è quindi solo teoria, certo dalla teoria parte tutto, ma dalla ricerca parte lo sviluppo anche economico e si hanno riscontri diretti della nostra attività». Basti pensare che proprio quello di Catania è stato il primo laboratorio ad avere un fascio di protoni già nel 2002 dando cosi il proprio fondamentale contributo alla costituzione del Cnao di Pavia, il Centro nazionale di Adroterapia oncologica inaugurato nel 2010, ovvero una delle 5 strutture al mondo che combatte i tumori più difficili con protoni e ioni di carbonio.

«La protesta – garantisce Pietro Litrico, Uil Scuola Rua insieme a Antonio Di Stefano di Flc Cgil e Francesco Chines, Fir Cisl – proseguirà nei prossimi giorni anche sotto altre forme. Sui precari e sulle progressioni di carriera serve una svolta, cosi come occorre estendere a tutto il personale la polizza integrativa pensionistica. Il mese prossimo si eleggerà il nuovo direttore del laboratorio catanese, inoltre sarà il nuovo presidente nazionale Zoccoli a dover indicare i componenti della delegazione che siederà ai tavoli di trattativa per discutere le questioni sul personale. Ed è in questa scelta che riponiamo le nostre speranze perché finora tutti i tavoli, a cadenza mensile, si sono rivelati infruttuosi. Auspichiamo quindi che finalmente ci sia una visione più ampia nelle contrattazioni».

La lotta dei “precari della ricerca” investe tutti gli enti scientifici italiani, il più importante come dimensioni con i suoi 10 mila dipendenti è il Cnr, con un conseguente numero significativo di mancate stabilizzazioni. E proprio nella sede di Catania il personale è in stato di agitazione permanente ormai dallo scorso mese di ottobre, protesta che riguarda anche l’incertezza del mantenimento della sede.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA