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Operazione Locu

Le “piazze” dei Cappello: 41 imputati. La Procura di Catania chiede rinvii a giudizio per mafia e droga

L’udienza preliminare è stata fissata per il 24 settembre all’aula bunker di Bicocca davanti al gup

Di Laura Distefano |

L’udienza preliminare è prevista per il 24 settembre prossimo, davanti al gup Luigi Barone, nell’aula bunker di Bicocca. Si apre il secondo step giudiziario dell’operazione “Locu”, che lo scorso marzo impose uno stop agli affari di droga gestiti dai Cappello-Carateddi nelle piazze di spaccio (due indoor) tra le vie Bonfiglio, delle Calcare e Testulla.  Zona che ha ispirato il nome dell’inchiesta.La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio di 41 persone, il decreto è firmato da Michela Maresca e vistato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo. A coordinare le indagini fu la pm Antonella Barrera, che da poco ha concluso i dieci anni in Dda.

Domenico Querulo, uno dei capi, sfuggito al blitz poi costituito

Al blitz di quattro mesi fa sfuggì uno dei capi dell’organizzazione criminale, ma Domenico Querulo poi si costituì qualche giorno dopo direttamente negli uffici di via Ventimiglia. Ma ai vertici del gruppo c’è anche Rocco Ferrara, parente seppur alla lontana del capomafia Turi Cappello, che sta affrontando il processo d’appello “Centauri” per i tentati omicidi avvenuti durante la sparatoria dell’8 agosto 2020. Ferrara è il leader di questa cellula assieme a Giovanni Agatino e Renè Salvatore Di Stefano, figli dello storico Antonino “Nino cammisa”, che è morto per cause naturali (la sua posizione è stata stralciata).Una citazione a parte merita Filippo Crisafulli, che è fratello di Franco “cacazza” e zio di Giovanni “u tuccu” (già coinvolto nel blitz di quasi dieci anni fa “Colomba” sul traffico di droga).I Crisafulli provengono da Cosa nostra. Erano uomini vicini ad Angelo Santapaola. Franco Crisafulli era il suocero di Nicola Sedici, il guardaspalle ucciso assieme al cugino di Nitto Santapaola nel 2007. Quell’omicidio non fu mai perdonato da “cacazza” che decise di migrare nei Cappello. I Crisafulli sarebbero tra i fornitori di cocaina dei gruppi criminali decimati dalla polizia. Il turnover fu stimato in circa 20mila euro al giorno: nelle piazze si spacciava, oltre che polvere bianca, crack, marijuana e hashish.

Gli imputati

Gli imputati sono Sergio Arangio, Salvatore Bonvegna inteso “Turi do Locu”, Rosetta Buda, Lucio Condorelli detto “Lucio do bar”, Filippo Crisafulli detto “candeggina”, Salvatore Crisafulli detto “palocco” o “ciù ciù”, Francesco Cultraro, Salvatore Cultraro, Umberto D’Antone, Giovanni Orazio Di Grazia, Salvatore Di Maggio detto “Totò”, Giovanni Agatino Distefano, Renè Salvatore Distefano, Rocco Ferrara, Carmela Fiorentino, Francesco Grillo, Piera Grillo, Andrea La Rosa, Gabriele Santo Longo detto “schettino”, Salvatore Marino inteso “cià cià”, Francesco Maugeri, Antonino Oscini, Francesco Palazzolo, Gianluca Pittera, Mario Maurizio Providenti, Biagio Querulo, Domenico Querulo inteso “Domenico da zà Lina”, Jonathan Russo, Cristina Scavone, Giuseppe Spampianto, Ignazio Testa, Francesca Sara Tomaselli, Giovanni Tomaselli, Giuseppe Tomaselli, Nicola Tomaselli, Salvatore Tomaselli, Santo Tomaselli, Gheorghe Laurentiu Trusca, Giuseppe Valuto Sciara, Giovanni Vecchio inteso “piranha”, Gaetano Venuto “Tano mafia”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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