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LA SENTENZA

L’omicidio di Dario Chiappone a Riposto: definitiva la condanna a 30 anni per il boss Benito La Motta

E' considerato il mandate del delitto avvenuto la sera del 31 ottobre 2016

Di Laura Distefano |

La condanna a 30 anni è definitiva. È arrivato il verdetto della Corte di Cassazione per il il boss del clan Brunetto di Riposto Benito La Motta, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Dario Chiappone. Il giarrese fu brutalmente assassinato la sera del 31 ottobre 2016 mentre era appartato in via Salvemini con una donna. Fu colpito a morte da diverse coltellate, 18 quelle contate dal medico legale nell’autopsia. Una vera e propria esecuzione. Il difensore aveva impugnato la sentenza della Corte d’Appello emessa otto mesi fa.

La Motta, ritenuto il referente dei Santapaola a Riposto, finì in carcere per il delitto in un secondo filone investigativo dei carabinieri. Poco dopo l’assassinio fu arrestato il giarrese Agatino Tuccio, che è stato condannato sempre in via definitiva. Risulta ancora latitante l’altro condannato Salvatore Di Mauro.Il secondo capitolo giudiziario permise di delineare invece il movente e dare i nomi ai mandanti dell’efferato delitto.

Secondo la tesi accusatoria sarebbe stato Paolo Censabella, commerciante, a ordinare il delitto al boss dei Brunetto in cambio di una grossa somma di denaro. La Motta a quel punto avrebbe ingaggiato il feroce Antonino Marano, conosciuto come il killer delle carceri, per uccidere il giovane. Su queste ultime due posizioni – Marano e Censabella – è pendente il dibattimento davanti alla Corte d’Assise.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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