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OMICIDIO

Favara, ucciso a colpi di pistola l’ex presidente del Consiglio comunale

La vittima è Salvatore Lupo, 45 anni, imprenditore nel campo dei centri di residenza per anziani

Di Redazione |

Omicidio a colpi d'arma da fuoco in un bar a Favara (Agrigento) in questo pomeriggio di Ferragosto. A cadere sotto due pistolettate è stato Salvatore "Totò" Lupo, 45 anni, imprenditore nel campo dei centri di residenza per anziani ed ex presidente del Consiglio comunale. L'omicidio, che riporta a modalità tipiche della criminalità organizzata, si è verificato all'interno della Snack American Bar di via IV novembre.

Secondo le prime ricostruzioni Salvatore Lupo sarebbe arrivato in via IV Novembre, nel cuore di Favara (Ag), con la sua Porsche Macan. E’ entrato nello Snack American Bar ed ha chiesto di andare in bagno.

E’ stato ucciso, sotto gli occhi del barista, che è sotto choc, non appena è uscito dalla toilette. Uno solo il sicario che avrebbe agito – stando alle primissime indiscrezioni – a volto scoperto. Almeno due i colpi di pistola che lo hanno raggiunto.

Sul posto, stanno operando i carabinieri della tenenza e del comando compagnia di Agrigento. In questi minuti, vengono effettuati i rilievi ma si sta cercando di ascoltare anche possibili testimoni. In via IV Novembre sono giunti anche i pm Paola Vetro e Maria Barbara Cifalinò.

Salvatore Lupo era stato eletto consigliere comunale nel 2011 in liste civiche del centrodestra, ed è diventato presidente del consiglio comunale nel 2015 dopo le dimissioni di Leonardo Pitruzzella da consigliere. Nel novembre 2011 l’auto di Lupo, all’epoca consigliere comunale, venne incendiata.

Lupo nel 2017 era stato arrestato, con la moglie, nell’operazione «Stipendi spezzati». L'inchiesta aveva fatto emergere che ai dipendenti della «Cooperativa sociale Suami – Onlus» prima venivano accreditati su conto corrente le mensilità dovute e poi, con carte bancomat intestate proprio agli stessi dipendenti, l’amministratore unico della coop, Lupo, avrebbe prelevato – secondo l’accusa – la metà degli stipendi. Stando all’inchiesta, questi prelievi «forzosi» di denaro avrebbero riguardato oltre 20 dipendenti.

Un anno prima Lupo era stato indagato nell’ambito dell'inchiesta per maltrattamenti fisici e piscologici ad alcuni minori, inabili psichici, affidati, per la vigilanza, assistenza e sostegno, ad una comunità alloggio di Licata. Per questa vicenda, Lupo lo scorso 20 maggio era stato rinviato a giudizio – dal gup del tribunale di Agrigento Francesco Provenzano – assieme ad altri 7 imputati. 

I militari dell’Arma della tenenza di Favara e quelli della compagnia di Agrigento, coordinati dal procuratore capo Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella, sembrano però concentrarsi sulla vita, e sui rapporti personali, della vittima. Pare che Lupo avesse forti contrasti economici e dissidi in ambito familiare. Ed è proprio su questi «dettagli» che le investigazioni si stanno concentrando.

I carabinieri stanno acquisendo e guardando le immagini dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona di via IV Novembre), forse anche nel locale dove è avvenuto il delitto di Salvatore Lupo. Pare che il barista non abbia saputo indicare nessun elemento per identificare l’autore dell’omicidio.

L’omicidio appare agli inquirenti come pianificato: qualcuno potrebbe aver seguito Lupo e atteso che uscisse dal bagno del bar per esplodergli contro almeno due colpi di pistola che lo hanno freddato.  COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA