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Saltano i lavori per canalizzare il Simeto, in ballo il futuro di migliaia di agricoltori e allevatori della Piana di Catania

Un'anomalia nella cabina di regia ha impedito l'avvio degli interventi che avrebbero permesso di convogliare 600 litri di acqua al secondo

Di Mary Sottile |

Le speranze di poter beneficiare di un intervento rapido e temporaneamente risolutore, così come annunciato nei giorni scorsi, si sono, amaramente, infrante. In gioco, però, questa volta, c’è il futuro di migliaia di agricoltori e allevatori. La fine è dietro l’angolo. La notizia dello stop all’intervento previsto per Ponte Barca (in territorio di Paternò), colpisce come un fulmine a ciel sereno.

I lavori che dovevano permettere di convogliare 600 litri di acqua al secondo, immettendoli direttamente nella rete del Consorzio di bonifica 9 della Piana di Catania, a sostegno delle aziende agricole e zootecniche del Catanese, non ci sono stati e non ci saranno, per il momento.

Per ricostruire la vicenda bisogna tornare indietro di alcune settimane, quando il presidente della Regione, Renato Schifani, aveva annunciato l’istituzione di una cabina di regia, guidata dallo stesso governatore, il cui coordinamento è affidato alla Protezione civile regionale, per sopperire ai problemi strutturali di carenza idrica.

Uno dei primi interventi proposti, era quello di canalizzazione provvisoria delle acque del fiume, a valle della traversa di Ponte Barca, dove si registrano perdite nelle paratoie e la cui sistemazione è attesa da quasi un decennio.

Lavori veloci, visto che si dovevano concludere in appena tre giorni e come si leggeva in un comunicato della Regione siciliana, «la deviazione temporanea non richiedeva opere ad impatto ambientale». Nella nota della Regione si specificava, inoltre, che l’intervento aveva «ottenuto l’autorizzazione del Genio civile e dell’Autorità di bacino» con l’azione che prevedeva «un movimento di terra a valle nell’alveo».

Problema burocratico

Così in realtà non è stato. I lavori che dovevano cominciare lo scorso 29 aprile non sono mai iniziati per un problema burocratico: non ci sono tutte le autorizzazioni necessarie. La cabina di regia risulterebbe monca, per l’assenza al suo interno di tutti gli attori che normalmente agiscono e che hanno voce in capitolo. In questo caso specifico, agendo in un’area sottoposta a vincolo ambientale, è mancato il via libera della Soprintendenza di Catania.

A complicare ulteriormente la situazione, ad inizio settimana, si è aggiunta una nota di Legambiente Sicilia e Lipu, datata 6 maggio scorso e inviata tra gli altri al Consorzio di Bonifica, alla Soprintendenza di Catania, al Dipartimento regionale Ambiente, al Corpo forestale e all’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia. Segno che la zona va salvaguardata anche dal punto di vista ambientale e dell’avifauna che popola l’area.

Area naturalistica

Nel documento si evidenzia come «l’area di Ponte Barca di Paternò, sul fiume Simeto, è una delle più importanti aree naturalistiche della Sicilia e la zona umida, formatasi a monte della traversa, ospita molte specie di uccelli». «L’area – si legge ancora nella nota – è sottoposta a plurimi regimi di vincolo ambientale. Rilevato che, come più volte segnalato dalle associazioni al soggetto gestore della traversa, a causa della mancanza di tenuta delle nove paratie idrauliche della traversa, si verificano danni rilevantissimi all’ecosistema ed alla fauna e che nei primi mesi del 2024, a causa delle perdite idriche è andata distrutta la garzaia di Airone cenerino».

Da qui la diffida al Consorzio di Bonifica 9, i lavori non possono partire se mancano i documenti di Valutazione di incidenza ambientale e Valutazione di impatto ambientale, di competenza del Dipartimento regionale ambiente e di quantificazione del minimo deflusso vitale. A questo si aggiunge la richiesta di ripristinare urgentemente le condizioni di tenuta di tutte e nove le paratie della traversa e non soltanto di tre come previsto dal progetto, per poter arrivare a raggiungere «un idoneo livello idrico per la zona umida di Ponte Barca che consenta il mantenimento delle condizioni ecologiche favorevoli alle specie con priorità di conservazione».

Intanto, oggi a Catania, il prefetto del capoluogo etneo, Maria Carmela Librizzi, incontrerà i vertici di Confagricoltura catanese, per parlare di «crisi agricola e siccità nell’area metropolitana di Catania».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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