L'EMERGENZA
Siccità in Sicilia, l’appello disperato degli allevatori: «La Regione faccia presto con i voucher»
E nella Piana di Catania tanti gli agricoltori che stanno decidendo di abbandonare i propri terreni
La situazione è catastrofica. Agricoltori e allevatori non hanno più parole per definire l’ecatombe che si prospetta all’orizzonte. Un disastro senza precedenti. L’acqua manca e i fondi agricoli rischiano di scomparire, per sempre. Non è solo l’agricoltura a soffrire, anche gli allevamenti sono in ginocchio. Per gli animali non c’è più fieno da settimane ormai. Per questi ultimi, un piccolo spiraglio è arrivato ieri, dalla Regione.
La commissione Attività produttive (dopo la seduta saltata la scorsa settimana) ha esitato favorevolmente il provvedimento per destinare voucher per l’acquisto di foraggi, agli allevatori siciliani.
Complessivamente si tratta di 10 milioni di euro, destinati dalla Regione Siciliana per far fronte alla carenza di cibo per gli animali. Ciò che chiedono gli allevatori, però, è di far presto. Interi bestiami rischiano di morire per l’assenza di cibo e acqua.
Due sistemi al collasso
«Lo ribadiamo da mesi – evidenzia l’allevatore Nino Russo – la situazione è drammatica. Abbiamo più volte urlato le nostre richieste d’aiuto. Oggi siamo stremati, non abbiamo più le forze per andare avanti in queste condizioni. Finalmente la Commissione regionale alle Attività produttive ha esitato ciò che attendiamo da settimane. Abbiamo la sensazione che non si sia capito quanto gravi siano i nostri problemi e quanto urgenti devono essere le risposte».
È il collasso di due sistemi: quello agricolo e quello dell’allevamento di animali. Le ripercussioni di quello che si sta vivendo oggi rischiano di lasciare ferite profonde nei territori, difficili da rimarginare.
«Abbiamo pagato regolarmente tutte le tasse che dovevamo, compresa l’Imu sui terreni agricoli – evidenzia Giosuè Arcoria, imprenditore agricolo e presidente di Confagricoltura Catania -. Dai nostri Governi nessuna sospensione dei tributi dovuti, nonostante la grave crisi che stiamo affrontando. Personalmente vivo uno stato di totale amarezza e sconforto. Non c’è acqua e cosa ancor più grave è che non sappiamo da dove prenderla. La piana di Catania è al collasso. Dal dramma possono escludersi solo piccolissime, fortunate realtà, come quota 56, in territorio di Paternò, con l’acqua che arriva dalla traversa di Ponte Barca. Troppa poca, però, per soddisfare tutte le necessità anche dei fondi agricoli delle altre quote. Anche grazie alla diga Pozzillo, si riesce a soddisfare qualche esigenza – evidenzia ancora -, ma ripeto, è sempre troppo poco rispetto alle tantissime necessità. In questa situazione catastrofica sono tanti gli agricoltori che stanno decidendo di abbandonare i propri fondi agricoli, con le piante destinate a morire. Ci auguriamo solo che la politica comprenda davvero la situazione che stiamo vivendo. Se non si agisce tempestivamente, con azioni concrete, sarà tutto inutile. La fine dell’estate potrebbe essere già troppo tardi. Stiamo morendo». Aziende che hanno investito milioni di euro per sostenere l’agricoltura rischiano ora di scomparire, per sempre. La Sicilia rischia danni per milioni e milioni di euro, con un colpo fatale per il suo settore primario.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA