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Sicilia, comincia il nuovo anno scolastico. L’assessore Turano: «Avvio il 12 prematuro? Anche il 16 fa caldo…»

Intervista con l'assessore regionale a Istruzione e Formazione; «Ci vuole tanto impegno, il diploma si conquista col merito: solo così i giovani avranno garanzie per il loro futuro»

Di Francesca Aglieri Rinella |

Impegno e merito. Con scuola e formazione “garanti” del futuro dei giovani. Perché «apprendere, studiare e avere nuove conoscenze» permetterà «agli studenti di giocare un importante ruolo nella società e nel mondo». È il monito dell’assessore regionale all’Istruzione e alla formazione professionale Mimmo Turano, in vista del suono della prima campanella in Sicilia.

Anno scolastico nuovo e problemi vecchi…

«Come sempre, ci sono una serie di preoccupazioni che cerchiamo di gestire nel migliore dei modi. Entriamo subito nel cuore della questione. Molti mi accusano di avere fatto cominciare le lezioni il 12 settembre e non il 16, fermo restando che ci sono regioni in cui la scuola inizia prima, altre in cui inizia dopo. Ho pensato che la differenza di temperatura (climatica) tra il 12 e il 16 è equivalente. Non è immaginabile che il 12 ci sia caldo e il 16 freddo, purtroppo c’è caldo. Ma avere la possibilità di utilizzare questi quattro giorni per spalmarli durante il calendario scolastico invernale e primaverile è una grande opportunità per i ragazzi. In buona sostanza abbiamo un periodo lunghissimo di vacanze natalizie e un altro altrettanto lungo – favorito ovviamente dal calendario – di vacanze pasquali. Il che significa che gli studenti che fanno questo piccolo sacrificio di rientrare prima in classe, durante l’anno quando si sentiranno stanchi e appesantiti dai programmi scolastici – avranno la possibilità di potersi riposare serenamente. Due giorni in più o in meno, dopo tre mesi e mezzo di vacanza non cambiano il mondo. È stata una scelta ragionata: tre giorni di anticipo in favore di un periodo di vacanze molto lungo a dicembre e a Pasqua».

A preoccupare sono le scuole senza impianti di climatizzazione e ventilatori…

«È un problema che riguarda la maggior parte degli istituti pubblici siciliani e anche dell’edilizia scolastica. Ma siamo sul pezzo perché stiamo ammodernando tanti edifici, stiamo costruendo un meccanismo virtuoso che permette con i lavori di manutenzione ordinaria di poterlo fare e poi abbiamo una serie di investimenti importanti per la costruzione delle nuove scuole. Anche con la Legge Finanziaria abbiamo messo in campo una serie di iniziative – sempre condivise con il presidente Renato Schifani – che riguardano la messa in sicurezza degli edifici scolastici sottoposti a vulnerabilità sismica. Dato che il patrimonio immobiliare non è proprio freschissimo, abbiamo deciso di muoverci con importanti interventi di messa in sicurezza. Vorrei sottolineare che gli edifici scolastici non sono di proprietà della Regione, ma dei Comuni e delle Province e quindi sono gli Enti che elaborano i progetti. La Regione al massimo si preoccupa di intervenire garantendo i finanziamenti e questo lo fa di buon grado. Domani sarò con il ministro Giuseppe Valditara anche per parlare di una serie di finanziamenti proprio sull’edilizia scolastica siciliana. Poi chiaramente la Regione fa il bando e i Comuni o le Province partecipano al bando e presentano i progetti».

Qual è l’auspicio e l’augurio che fa agli studenti?

«Negli ultimi sei mesi abbiamo fatto un’operazione molto complicata. Abbiamo spiegato agli studenti siciliani che il diploma si conquista con il merito, con lo studio e con il sacrificio e che non ci sono scorciatoie di alcun tipo. Non a caso alcune scuole che utilizzavano allegramente gli strumenti formativi sono state chiuse (leggasi i diplomifici, ndr). Ragazzi, avete in pugno la vostra vita, siete giovani. Un po’ di sacrificio per apprendere, per studiare, per avere nuove conoscenze vi permetterà di giocare un importante ruolo nella società e nel mondo qualunque sia la professione che deciderete di svolgere. Ecco l’auspicio è quello dell’impegno. Solo con l’impegno gli studenti avranno garanzie per il loro futuro. Ed è questo quello che scuola e formazione devono fare».

Ultima, ma non meno importante la questione docenti…

«Io mi sento molto vicino ai docenti siciliani che ancora non trovano occupazione e ancora di più a quelli costretti ad andare al Nord. È una competenza esclusiva del ministero dell’Istruzione e qualunque azione si possa fare per garantire il posto di lavoro in Sicilia, nel rispetto delle regole, io sono pronto a intraprenderla».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA