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IL CASO

Tre accoltellati in due giorni, a Paternò esplode il problema sicurezza

A un mese di distanza dall’omicidio di Mohamed Mouna weekend di violenza e tensione in città

Di Mary Sottile |

Paternò. Ancora un accoltellamento, ancora una rissa tra uomini nordafricani, a Paternò, rischiava di finire con un nuovo omicidio. A meno di un mese dalla morte di Mohamed Mouna, il 26enne marocchino, assassinato il 4 febbraio scorso, da un connazionale, suo caporale in agricoltura, altri due fatti di cronaca hanno catturato l’attenzione: il ferimento dopo una lite tra due stranieri, conclusosi con una ferita lieve ad un braccio per uno di loro, venerdì sera e l’accoltellamento di sabato notte. In quest’ultimo caso non è chiaro il numero delle persone coinvolte nella rissa scoppiata, pare, in piazza Indipendenza. Nel corso dello scontro qualcuno ha tirato fuori un coltello e ha ferito tre persone, una di queste in maniera grave, raggiunta da una coltellata alla coscia che gli ha quasi reciso l’arteria femorale. Per lui il trasferimento immediato all’ospedale San Marco di Catania, dove è stato operato. L’uomo ora sembra fuori pericolo ma la prognosi resta riservata.

La paura

L’ennesimo fatto di sangue ha scatenato paura tra i cittadini, con la situazione che sembra stia sfuggendo di mano.

In città già da qualche giorno si parla della presenza degli stranieri, con l’argomento correlato all’ordinanza di sgombero, emessa dal sindaco, Nino Naso, relativamente alla tendopoli di “Ciappe Bianche”. Un coro di no si è sollevato contro questo provvedimento, che vede insieme la Chiesa, la Caritas e diverse associazioni che chiedono invece, strutture adeguate per una degna opera di accoglienza di chi arriva a Paternò per lavorare. Gli ultimi due fatti di sangue non sono però legati a Ciappe Bianche, mentre potrebbero essere correlati tra loro.

Tutto comincia come detto venerdì sera con la lite tra due nordafricani che vivevano nello stesso appartamento, pare abitato da numerosi stranieri, si parla addirittura di 30-40 persone nella stessa casa. Ogni posto letto pagato anche 150 euro al mese, ovviamente in nero. Dopo la lite e l’arrivo dei carabinieri, pare che la proprietaria dell’appartamento, per evitarsi problemi e controlli, ha fatto sgomberare subito la casa. Gli stranieri finiti in strada, in piena notte, hanno cominciato a cercare soluzioni alternative, alcuni cittadini parlano di tentativi di intrusione in case abbandonate, altri hanno dormito in strada. Una situazione al limite della vivibilità non nuova e non isolata. Vi sono altre abitazioni dove vivono più stranieri insieme, in condizioni igienico-sanitarie pessime. Mercoledì l’argomento sarà al centro della riunion del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico convocato dalla prefetta Maria Carmela Librizzi.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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