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Ultraleggero giù a Calatabiano, faro sui 45 secondi prima dello schianto

Di Mario Previtera |

GIARRE – Sono state affidate ai carabinieri della compagnia di Giarre, su delega della Procura di Catania, le indagini sull’incidente aereo avvenuto martedì pomeriggio non lontano dall’aviopista di Calatabiano. Un aereo ultraleggero biposto “Tecnam P92”, si è schiantato mentre era ancora in fase di decollo, provocando la morte dell’unica persona a bordo, la sfortunata pilota acese, Rosa D’Agostino, 45 anni, che aveva il brevetto da circa 6 anni, accumulando 110 ore di volo.

I rottami del velivolo sono stati posti sotto sequestro per essere poi sottoposti ad approfondita perizia tecnica ai fini della ricostruzione della dinamica ma anche per accertare i fattori tecnici che hanno determinato l’improvviso blocco del motore. Perché di questo si è trattato. Alcuni testimoni lo sostengono con forza, avendo assistito in diretta alla tragedia. Gli investigatori hanno raccolto tutte le testimonianze possibili, mentre potrebbero rivelarsi determinanti le immagini registrate dalle telecamere presenti nell’aviosuperficie di Calatabiano gestito dalla società Triavio s.r.l. che, per la sua posizione strategica, è ritenuta dal mondo aeronautico da diporto sportivo, “porta della Sicilia e d’Europa”. Appare necessario ricostruire quei drammatici 45 secondi che hanno preceduto lo schianto al suolo, in una zona impervia, nell’agro di via Lapide vecchia in territorio di Calatabiano.

Secondo quanto si è appreso la vittima, Rosa D’Agostino, martedì pomeriggio si è recata nell’aviosuperficie in compagnia di un istruttore e del proprietario del velivolo, un ex colonnello dell’Aereonautica militare, con l’intenzione di effettuare un volo, al tramonto, tra Taormina e l’Etna, in gergo un “giro campo”. Come da regolamento nella fase che precede il decollo del velivolo sono state effettuate le varie procedure di sicurezza. L’esecuzione metodica, cosciente, assolutamente non rituale, dei controlli di sicurezza previsti è tuttavia un atto dovuto da parte di ogni pilota, prima di intraprendere qualsiasi operazione. I controlli devono riguardare tutte le parti visibili che compongono la struttura del velivolo, motore o elica, carrello; è necessario controllare anche la zona circostante libera da ostacoli, persone e mezzi e quindi effettuare l’avviamento come previsto con freni bloccati e mano sulla manetta dell’acceleratore, rispettare i necessari tempi di riscaldamento.

L’ultraleggero pilotato da Rosa D’Agostino si è alzato in volo per una manciata di secondi, cosi come si nota dalle immagini registrate dall’impianto di video sorveglianza dell’aviosuperficie. Come detto potrebbe essere stata un’avaria al motore a determinare l’incidente e probabilmente – ma si tratta solo di ipotesi – la pilota, dopo essersi resa conto del blocco del motore, in fase di decollo, in 45 secondi disponibili, affermano alcuni esperti, avrebbe potuto effettuare un atterraggio d’emergenza nella stessa zona teatro della tragedia, ma, forse, assalita dal panico, non avrebbe saputo gestire con la necessaria freddezza la delicata emergenza. Cosi, quando l’ultraleggero ha raggiunto una certa quota, è piombato al suolo.

I primi ad accorgersi della tragedia sono stati gli agenti della Forestale che hanno assistito allo schianto e che hanno subito raggiunto la zona in cui il velivolo era precipitato, senza per fortuna prendere fuoco. La pilota era incastrata tra le lamiere e, come hanno poi confermato i sanitari del 118 che l’hanno soccorsa, il decesso – avvenuto al momento dell’impatto – sarebbe stato originato da un fatale politrauma con emorragia interna. Il corpo della vittima, da martedì sera si trova all’obitorio dell’ospedale Cannizzaro di Catania a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Frattanto, in tema di indagini ancora ferme alla fase preliminare, non è esclusa l’apertura di una inchiesta da parte dell’Agenzia nazionale sicurezza volo.

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