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Valentina Salamone, si stringe il cerchio attorno al complice dell’assassino: “Maschio 1” potrebbe avere presto un’identità

Grazie ai prelievi di Dna, gli investigatori potrebbero essere vicini a scoprire finalmente chi ha aiutato Nicola Mancuso

Di Laura Distefano |

Microscopi, vetrini, ampolle. Nei laboratori dei Csi siciliani si analizzano e comparano molti codici genetici. La (seconda) svolta nel caso di Valentina Salamone, la giovane biancavillese trovata impiccata in una villetta di Adrano nel 2010, potrebbe arrivare nuovamente dalle indagini scientifiche. I carabinieri del Ris, con il coordinamento del sostituto procuratore generale Antonio Nicastro, potrebbero essere vicini a scoprire finalmente l’identità del “Maschio 1”, l’ignoto che avrebbe aiutato Nicola Mancuso – condannato all’ergastolo per omicidio – a inscenare il suicidio della giovane.

Qualche mese fa l’indagine era finita davanti al gip per una richiesta di archiviazione, ma il rigetto ha permesso di poter continuare a scavare per un altro anno al fine di dare un nome a quel terzo profilo genetico trovato nella macchia di sangue ritrovata sulla scarpa indossata da Valentina quella maledetta sera.

Lo scorso giugno la giudice Maria Ivana Cardillo scriveva che «tenuto conto dell’impossibilità della Procura di effettuare attività investigative già disposte a causa della scadenza dei termini e, prima ancora, per emergenza sanitaria da Covid-19» il procedimento non potesse «essere archiviato dovendosi espletare le attività investigative attualmente non concluse». Inoltre la gip ha invitato la pg a «predisporre ogni opportuno accorgimento per accelerare i tempi eventualmente anche avvalendosi di un maggior numero di periti in considerazione della impegnativa mole di lavoro che richiederà l’attività».

La famiglia di Valentina Salamone, assistita dall’avvocato Dario Pastore, aveva suggerito nell’atto di opposizione di «acquisire il profilo genetico di almeno un individuo di sesso maschile per nucleo familiare residente nel comune di Adrano nella fascia di età compresa tra i 18 ed i 35 anni, alla data del 24 luglio 2010 e di tutti i soggetti ulteriormente ritenuti meritevoli di accertamento, nonché tutta l’attività di indagine conseguente all’esito degli accertamenti effettuati». Ed è stato questo il percorso tracciato dalla procura generale.

L’inchiesta principale, dopo l’avocazione della Pg, ha avuto un cambio di rotta grazie alla prova regina, cioè il Dna. Poi il mosaico fatto di intercettazioni e testimonianze ha retto davanti ai tre gradi di giudizio, portando Nicola Mancuso a una sentenza diventata irrevocabile. Anche se i difensori, che continuano a urlare l’innocenza del loro assistito, hanno deciso di rivolgersi ai giudici europei.

Il giorno del verdetto della Cassazione i familiari però hanno lanciato un appello agli investigatori: «La verità non è completa, ora bisogna identificare il Maschio 1». E le indagini, ora, potrebbero essere a una svolta. Il cerchio potrebbe chiudersi ancora una volta grazie alla prova scientifica.

Quell’estate di 16 anni fa

Ma per capire bene cosa stia accadendo è necessario riavvolgere il nastro all’estate di sedici anni fa. Il corpo senza vita di Valentina fu trovato nella veranda di una casa di campagna. Una corda attorno al collo, una sedia vicina. Per diversi mesi è apparso a tutti il delitto perfetto. Il fascicolo fu marchiato come “suicidio”. Ma troppe anomalie c’erano in quella scena del crimine.

E così i faldoni finirono alla Pg e i Ris tornarono ad Adrano. Cominciarono a fare misure, accertamenti, rilievi forensi. Portarono a Messina tutto quello che era stato rinvenuto quella mattina di luglio. Tra quelle buste c’erano i vestiti e le scarpe di Valentina. La macchia di sangue sulla suola della calzatura sinistra attirò l’attenzione dei detective-scienziati. Nella relazione di consulenza tecnica biologica fu certificato il rinvenimento del Dna di tre genotici, uno della vittima Valentina Salamone, il secondo di Mancuso, il terzo riferibile a un individuo di sesso maschile, allo stato ignoto, classificato come “Maschio 1”. Che presto potrebbe avere un’identità.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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