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Cresce con difficoltà l’export della Sicilia in Cina e nell’Isola la merce arriva tramite società olandesi “tax free”

I dati forniti da Srm e la realtà di Augusta per la quale la Cina resta il principale mercato per movimento container

Di Michele Guccione |

La Cina è il secondo partner commerciale dell’Italia dopo gli Usa. Secondo l’Osservatorio economico di Palazzo Chigi, l’Italia nel 2023 ha esportato verso il Dragone merci per 19,1 miliardi (+16,8%) e ne ha importate per 46,8 miliardi (-19,1%). Nel secondo semestre di quest’anno c’è stata un’ulteriore contrazione di import a causa dei dazi aggiuntivi imposti dall’Ue.

Il ruolo della Sicilia

La Sicilia ha un ruolo ancora minimale. Prova ne sia il fatto che Confindustria ieri ha confermato che nella delegazione al seguito della premier Giorgia Meloni non ci sono aziende associate isolane. Il report sull’interscambio commerciale Sicilia-Cina, elaborato dal centro studi Srm di Napoli collegato a Intesa Sanpaolo su dati Istat, a cura del team diretto da Salvio Capasso, capo del servizio Economia Imprese & Territorio di Srm, non lascia spazio a dubbi: la Sicilia nel 2023 ha esportato nel mondo in totale per 14 miliardi, mentre l’export verso la Cina ammonta ad appena 279 milioni, in aumento del 48,6% rispetto al 2022. La bilancia commerciale è a vantaggio dell’Isola per 35 milioni, dato che le importazioni si attestano a 243 milioni, in considerevole calo (-63,6%) rispetto al 2022. Nel primo trimestre di quest’anno le vendite sono in ulteriore aumento rispetto a gennaio-marzo 2023: l’export sale a 67 milioni contro 52 (+10 milioni, +29,9%); l’import cala ancora, a 57 milioni contro 59 (-2 milioni, -3,8%). Dunque, l’intesa dell’ex ministro M5S Luigi Di Maio per le arance siciliane si è confermata un’operazione di immagine, poco attuabile causa limiti imposti dalla Cina.

I dati dell’export siciliano

Entrando nel dettaglio dei settori, il report di Srm spiega che il manifatturiero esprime il 99,5% dell’import ed il 99,7% dell’export degli scambi della regione con la Cina. Del totale di 278 milioni venduti, ben 196 milioni sono petroliferi raffinati (+192,3%) il che, per l’Ice, spiega il forte incremento di export siciliano verso la Cina registrato nel 2023. Il resto, per Srm, sono computer e apparecchi elettronici (36,4%), alimentari (19,7 milioni), farmaci (6,5 milioni), macchinari e apparecchi (4,4 milioni), mezzi di trasporto (3,3 milioni), chimici (3,1 milioni), altri prodotti (2,8 milioni), abbigliamento (1,8 milioni), apparecchi elettrici (1,8 milioni). Secondo l’Ice, anche in considerazione del Piano “China Vision 2035”, per la Sicilia c’è spazio in infrastrutture, agricoltura, farmaci, tecnologie per energia e ambiente, nuovi materiali.Ma per gli operatori logistici c’è dell’altro. Spiega Antonio Pandolfo, A.d. della Est Terminal di Augusta: «La Cina resta il nostro principale mercato per movimento container, è cresciuta e crescerà ancora, ma non tutto passa da noi operatori siciliani. Pensare di fermare la Cina con veti o dazi è utopia, decide lei dove e cosa vendere, e arriva dove vuole. E se non fai parte del mercato con transazioni e volumi nei porti, la Cina va in Nord-Africa e, comunque, arriva in Sicilia. Infatti, importatori italiani fanno arrivare le merci cinesi a Rotterdam e, tramite società olandesi “tax free”, le portano in Sicilia. Economia sottratta alle imprese e agli operatori siciliani».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA