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Sicilia pronta a diventare l’hub energetico del Mediterraneo: ecco come

Per la sua collocazione geografica e per le caratteristiche ambientali, l'Isola è decisiva ai fini degli obiettivi di decarbonizzazione

Di Redazione |

Dal fotovoltaico all’eolico passando per l’idrogeno, la Sicilia epicentro degli investimenti dei grandi gruppi che si occupano di energia rinnovabile. E’ il caso di Erg, primo operatore eolico italiano in mano alla famiglia Garrone – che ha puntato sull’eolico abbandonando definitivamente gas naturale e petrolio – che oggi ha inaugurato il parco eolico di Partinico-Monreale, in provincia di Palermo, il primo nel portafoglio di Erg completato con un intervento di repowering di cui il gruppo è pioniere.

Il piano dell’Erg stabilisce per la Sicilia un obiettivo al 2030 di 10,38 gigawatt di potenza installata complessivamente per le fonti rinnovabili, e passare da un obiettivo di incremento di potenza di circa 3,5 gigawatt a un incremento di quasi 7,50 gigawatt al 2030.

Nel parco, che sorge nelle colline tra Partinico e Monreale, Erg ha sostituito tutti gli aerogeneratori obsoleti con quelli di ultima generazione. Si compone di dieci turbine Vestas V132 da 4,2 mw con una potenza installata totale di 42 mw (rispetto alle precedenti 19 turbine per un totale di 16 mw) e una produzione annua stimata di 94 gwh (rispetto ai precedenti 27 gwh).

Il 75% dell’energia elettrica prodotta dall’impianto sarà venduta attraverso un power purchase agreement (PPA) della durata di 12 anni siglato con Luxottica nel corso del primo trimestre 2023 per la fornitura di circa 900 gwh di energia pulita nel periodo 2023/2034.

Il governatore

Del ruolo del repowering come strumento strategico per il conseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione e, in particolare, dello stato dell’arte del processo di transizione energetica, se ne è parlato nel corso del convegno «Repowering ed energy transition» a Villa Igea, a Palermo, sulla transizione energetica messa in atto da Erg, alla presenza del presidente della Regione Renato Schifani il quale ha sottolineato come «la Sicilia per la sua collocazione geografica e per le caratteristiche ambientali deve diventare, come auspicato dalle presidenti della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, e del Consiglio, Giorgia Meloni, un importante hub energetico atto a favorire la transizione».

Il governatore ha sottolineato come la Sicilia, insieme a tre sole altre Regioni (Lazio, Lombardia e Friuli-Venezia Giulia) abbia aggiornato, nel febbraio dell’anno scorso, il proprio Piano energetico ambientale con l’orizzonte temporale al 2030. «E’ in questo ambito – ha aggiunto Schifani – che si inserisce l’intervento realizzato da Erg. Tale approccio è di fondamentale importanza in previsione del nuovo decreto burden sharing che fissa per la Sicilia un obiettivo al 2030 di 10,38 gigawatt di potenza installata per le fonti rinnovabili».

Una previsione che comporta sostanzialmente il raddoppio del contributo richiesto all’Isola, che dovrà passare da un obiettivo di incremento della potenza installata di circa 3,5 gigawatt a un incremento di quasi 7,50 gigawatt al 2030, il più alto contributo richiesto alle regioni italiane.

Il ministro

La scorsa settimana d’altronde era stato lo stesso ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, davanti alla Commissione parlamentare per il contrasto degli svantaggi derivanti dell’insularità a spiegare come la Sicilia proprio per la presenza massiccia di rinnovabili (Fer) da installare nel territorio da un lato favorisce gli obiettivi di decarbonizzazione fissati a livello europeo, migliorando le condizioni di approvvigionamento energetico dell’isola, dall’altro richiede investimenti in termini di rete elettrica di trasmissione nazionale.

«Negli ultimi 15 anni – ha spiegato Pichetto – sono stati compiuti notevoli investimenti nel campo delle infrastrutture elettriche di alta tensione, che hanno avuto come obiettivo quello di migliorare la stabilità e l’adeguatezza del sistema elettrico regionale, garantendo l’integrazione sempre più massiccia delle Fer che si stanno sviluppando nel territorio regionale».

Tra tutti, «come ben noto, il più rilevante ai fini degli obiettivi di decarbonizzazione del Pniec, è il Tyrrhenian link, il collegamento in cavo sottomarino e in corrente continua tra Sardegna, Sicilia e Campania di circa 970 chilometri di lunghezza e 1000 MW di potenza, per il quale questo ministero ha autorizzato i tratti Est (Campania-Sicilia) e Ovest (Sicilia-Sardegna). Si tratta di un’opera strategica per il sistema elettrico italiano nell’ambito degli obiettivi di transizione energetica fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (Pniec) che contribuirà al raggiungimento dell’obiettivo del phase out dal carbone previsto dal Pniec 2019 e confermato nell’aggiornamento del 2023, incrementando la capacità di trasporto, migliorando la sicurezza, l’adeguatezza e la flessibilità della rete elettrica di trasmissione nazionale e favorendo l’integrazione del mercato interno e delle fonti rinnovabili».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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