IL COMMENTO
Se la nazionalità diventa un’etichetta: i rischi dell’ignoranza trasversale che attraversa la nostra società
Cosa ci insegna il caso dello stupro di Catania e le prime notizie diffuse dopo l'arresto dei due bruti
Etichette che diventano armi. Pregiudizi che diventano coltelli. Quella pratica grossolana (e fin troppo facilona) di generalizzare per etnie, colore della pelle, provenienze sociali crea sacche di ignoranza trasversali che poi rischiano di degenerare in comportamenti illeciti. E anche violenti.
«Vabbè, quella è sudamericana». Il luogo geografico diventa il sinonimo di una donna di facili costumi, a voler usare un linguaggio lontano dalle generazioni Zeta e Alfa. Ieri, questa “etichettatura della nazionalità”, è emersa in tutta la sua drammaticità. Quando è arrivata la notizia dello stupro a Catania e si è saputo che la vittima era dominicana, addirittura qualcuno aveva paventato che fosse una prostituta.
E c’è da chiedersi se questo “preconcetto” stupido, quanto culturalmente insensato e ingiustificato, abbia pesato nell’approccio insistente del bruto sotto quella pensilina degli autobus. E c’è da chiedersi quanto abbia pesato nel voler (addirittura) coinvolgere un altro compare nella violenza sessuale. Chissà se vedendo quella donna sola, dai tratti tipicamente dell’America latina, avrà pensato che avrebbe avuto strada facile nella conquista. E quindi il suo no, in realtà era un ni. Bisognava solo insistere. E quella donna sola, che cercava riparo in una fredda mattina di Natale, si è trovata a essere abusata tra giacigli e munnizza.
Dimmi da dove vieni e ti dirò chi sei. Un’equazione linguistica che è diventata quasi regola. Vieni dall’Est Europa sei una badante. Vieni dalla Nigeria sei una prostituta. Vieni da un quartiere popolare quindi sei mafioso o almeno delinquente.
Un circuito di etichette che, attenzione, non riguarda le sacche di povertà educativa. Ma che è anche nel Dna di grandi professori e intellettuali. Ed è pure diventato ingrediente “tossico” di qualche campagna elettorale.
Etichettare. Generalizzare. Demonizzare. Che trappole linguistiche pericolose.
Siamo ignoranti, cari signori.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA