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La “Cosmogonia Mediterranea” è tornata nel mare di Lampedusa

Di Redazione |

Una installazione dedicata a “arriva, portando con sé la polvere del viaggio, la paura del domani, la voglia di riuscire. E sulle orme di chi non riesce a raggiungere la terra, ma che l’ha desiderata spasmodicamente”. Si chiama “Cosmogonia mediterranea” è una installazione di Domenico Pellegrino – un profluvio pop di decori barocchi che prendono spunto dalle classiche luminarie di paese, inseriti in una figura che richiama la Sicilia – nata come opera subacquea immaginata dall’artista per raccontare una vera e propria “visione sottosopra” del Mediterraneo.

Pensata per Lampedusa e adagiata per un solo giorno nei fondali della Guitgia nel luglio 2016, è stata riportata sui fondali dove rimarrà proprio nel punto in cui arrivano le navi che salvano i migranti in mezzo al mare. Quando è stata affidata all’acqua, al tramonto, è scattato una sorta di “bagno purificatore” che ha coinvolto il pubblico, residenti, turisti e persino alcuni ragazzi migranti del centro accoglienza. In contemporanea oltre a Lampedusa, altri due fari di luce si sono accesi: altre due Sicilie di Domenico Pellegrino, una a Capo d’Orlando e una nel parco Cerriolo di Custonaci, a pochi passi dalla statua della Regina Pacis – faro di pace sul Mediterraneo) per poi trasferirsi, come scultura di legno, fino al 4 settembre al Centro Culturale Espositivo del Marmo, all’interno dell’esposizione “Multiculturalità – I migranti nell’arte contemporanea dialogo tra Giovanni Iudice e Domenico Pellegrino”.

Un cammino continuo che assorbe l’intera isola: attualmente sono infatti sei i punti dove risplende la Cosmogonia, visto che è stata già posizionata a Palermo, a Palazzo De Seta e al Museo Riso, oltre al Farm Cultural Park di Favara. Prima di ritornare a Lampedusa, l’installazione ha toccato altri lidi per “raccogliere” le voci, ricaricarsi tramite i luoghi e le persone che virtualmente ha incontrato: è successo per la Biennale Arcipelago Mediterraneo al porticciolo di Sant’Erasmo (amplificata in un vero arcipelago galleggiante e illuminato al tramonto), ma anche a Palazzo Branciforte a Palermo, alla Fondazione Orestiadi a Gibellina e allo spazio LOC di Capo D’Orlando. Ma il viaggio di Cosmogonia Mediterranea non si esaurisce, anzi: quando verrà tratta fuori dall’acqua, troverà una casa sull’isola; il 3 ottobre, giorno che in cui si ricordano i 366 morti nel naufragio del 2013, verrà sollevata dall’acqua e posta sul molo Favaloro, nel punto in cui arrivano le navi che soccorrono in mare i migranti. Da quel momento, chi arriva a Lampedusa verrà accolto da una Sicilia luminosa, ironicamente pop, che segnerà l’ultimo approdo e sarà un vero e proprio simbolo di accoglienza e rinascita. Per questo è stata attivata la campagna di crowfunding “Trip of Cosmogonia Mediterranea”: un modo nuovo di intendere l’arte che, in maniera collettiva e puntando sulla condivisione, finanziare dal basso l’opera d’arte e ne sposa il progetto. Il progetto è patrocinato dalla Soprintendenza del Mare, dal Museo Regionale d’arte contemporanea Riso, dal Comune di Lampedusa, dall’area Marina Protetta Isole Pelagie e dal Comune di Palermo.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA