IN TRENTINO
Abbattuta l’orsa Kj1: «Era un esemplare pericoloso». Protesta l’Ente protezione animali
E’ stata abbattuta l’orsa KJ1. Lo rende noto la Provincia autonoma di Trento in una nota: “Questa mattina è stata data esecuzione al decreto firmato ieri dal presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che prevedeva il prelievo dell’esemplare di orso KJ1 tramite abbattimento”. “Una squadra del Corpo forestale trentino è dunque entrata in azione nei boschi sopra Padaro di Arco, dove l’animale era stato localizzato attraverso il radiocollare”, continua.
“KJ1 era un esemplare pericoloso, secondo la scala del Pacobace – prosegue la Provincia autonoma di Trento – Lo ha attestato anche Ispra, confermando la necessità di rimuovere l’orsa (classificata ad ‘alto rischiò) al più presto. L’animale è risultato responsabile di almeno 7 interazioni con l’uomo. L’ultima risale allo scorso 16 luglio, ai danni di un escursionista”.
Kj1 era stata catturata il 23 luglio scorso per poi essere rilasciata in natura. In quell’occasione le era stato messo il radiocollare per monitorarne gli spostamenti. Rispetto al 16 luglio, quando Kj1 aveva aggredito un turista francese di 43 anni a Naroncolo (Dro), l’orsa si era spostata leggermente ad ovest, nella zona di Tenno.
Il monitoraggio portato avanti tramite il radiocollare aveva permesso di individuare l’area dove l’orsa di muoveva: «L’home range dell’orsa KJ1 interessa meno il territorio comunale di ben 14 Comuni e cioè i Comuni di Arco, Bocenago, Comano Terme, Dimaro-Folgarida, Dro, Massimeno, Pinzolo, San Lorenzo Dorsino, Stenico, Tenno, Tione, Tre Ville, Trento, Vallelaghi, e solo negli ultimi giorni, cioè a far data dal radiocollaraggio del 23 luglio u.s., essa si è spostata tra i Comuni di Tenno ed Arco», si legge nel Rapporto istruttorio del Servizio faunistico, citato nel decreto firmato da Fugatti. L’areale dell’orsa è stato «stimato per difetto (in quanto sulla sola base degli indici genetici) in oltre 11.000 ettari, che è caratterizzato da una fitta rete di sentieri e strade forestali, che si sviluppano per oltre 250 chilometri complessivi con circa 100 accessi pedonali possibili».
Le proteste
Nono sono mancate le protese per l’abbattimento. L’Enpa segnalerà l’uccisione dell’orsa Kj1 all’Unione europea, «sottolineando come sia stata eseguita senza aver messo in campo prima alcuna misura di prevenzione o valutate le numerose alternative all’uccisione così come imporrebbe invece il Pacobace». Lo comunica la stessa associazione animalista attraverso una nota.
Secondo l’Enpa, l’uccisione dell’esemplare è avvenuta «senza dare il tempo né al Tar, né alla giustizia e tanto meno alle associazioni di poter esaminare i documenti scientifici e le motivazioni», e senza «valutare una traslocazione dell’orsa».
«L’uccisone di Kj1 è un danno per tutti noi perché, ricordiamolo, gli orsi sono animali particolarmente protetti e beni indisponibili dello Stato. È uno sfregio nei confronti dei cittadini italiani e della natura stessa, e i responsabili sono sotto gli occhi di tutti», scrive l’associazione.
«Con il decreto di abbattimento di Kj1, lungamente preparato ed eseguito in un batter d’occhio, il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha dato prova di crudeltà, di arroganza e di impotenza» scrive invece in una nota, Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell’ambiente e portavoce della Lega italiana per la difesa degli animali e dell’ambiente (Leidaa).
«Ha dato prova di crudeltà – spiega la deputata – per aver perseguito con spietata determinazione la morte di una mamma-orsa con tre cuccioli, una femmina che circolava da 22 anni, che per due terzi della sua vita non aveva fatto mai parlare di sé e che il 16 luglio ha solo difeso i suoi piccoli, come farebbe ciascuno di noi di fronte ad una minaccia ignota. Di arroganza, per aver eluso scientemente e sistematicamente il controllo di legalità, facendosi beffe dei giudici amministrativi, delle associazioni protezionistiche e in definitiva di tutti i cittadini. D’impotenza, perché, nonostante l’originalissima interpretazione dell’autonomia come tirannia sciolta da ogni vincolo, con quest’atto allo stesso tempo barbaro e meschino, che costerà caro all’immagine sua e della sua terra, ha certificato una volta per tutte l’inettitudine della classe dirigente trentina dinanzi alla “questione orsi”, inverando il detto “La violenza è l’ultimo rifugio degli incapaci”».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA