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Omicidio Dina Dore: nuovi testi in Aula

Di Redazione |

SASSARI, 7 NOV – “Pierpaolo non ha venduto nessuno”. Così Antonio Contu, il padre di Pierpaolo, condannato a 16 anni come esecutore materiale dell’omicidio di Dina Dore, avvenuto il 26 marzo del 2008 a Gavoi, nel garage dell’abitazione in cui viveva la donna. Chiamato con la moglie Giovanna Cualbu a testimoniare nell’ambito della nuova fase istruttoria del processo in corte d’assise d’appello a Sassari, a carico di Francesco Rocca, marito della vittima – condannato in primo grado all’ergastolo come mandante del delitto – l’uomo ha negato che il figlio abbia mai confessato ad amici o conoscenti l’omicidio e abbia indicato in Francesco Rocca la persona che lo aveva commissionato. Al contrario, i coniugi Contu hanno ribadito di essere stati a conoscenza dell’esistenza di un gruppo che premeva affinché Pierpaolo – minorenne all’epoca dei fatti – si dichiarasse colpevole e tirasse in ballo Rocca, ma di non aver mai saputo o riferito a nessuno dell’effettivo coinvolgimento del figlio e del dentista.

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