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Quando la protesta ha preso la ribalta di Sanremo

Dai metalmeccanici dell'Italsider ai Cobas con la mucca Ercolina

Di Redazione |

ROMA, 05 FEB – Sono tanti gli episodi che raccontano l’altro lato del festival di Sanremo, quello di essere, per la grande attenzione mediatica, anche ribalta di proteste e di istanze economiche. E mentre si ipotizza l’arrivo degli agricoltori sui trattori, ecco i casi più importanti sul tema dei conflitti sociali sul palco. Nel 1984, conduttore Pippo Baudo, un migliaio di operai dello stabilimento di Genova-Cornigliano dell’Italsider, a rischio chiusura, manifestano davanti al teatro in occasione della serata inaugurale del Festival. Alcuni di loro vengono invitati dal presetatore sul palco. Si chiama Pino Pagano e il suo nome ha un posto d’eccezione nella storia del Festival di Sanremo: è l’operaio disoccupato che nel 1995, a 47 anni, minaccia di lanciarsi in diretta su Rai1 dalla balconata dell’Ariston. Tocca a Baudo arrampicarsi in galleria, rassicurarlo e farlo desistere. Nel 2000, edizione condotta da Fabio Fazio, davanti all’Ariston sfilano i Cobas con la mucca Ercolina, simbolo della protesta legata alle quote latte. Anche Fazio, nel 2014, viene interrotto dalla protesta di due disoccupati arrivati dalla Terra dei Fuochi: saliti sulla balaustra del teatro, minacciano di buttarsi giù per manifestare contro la difficile situazione del lavoro in Campania. Ottengono che il conduttore legga la loro lettera. Nel 2019 in un clima di forti tensioni tra Italia e Francia, a Sanremo sconfinano i gilet gialli, movimento spontaneo di protesta dal basso che si è propagato a tutta la Francia, coinvolgendo centinaia di città e decine di migliaia di cittadini, inizialmente in rivolta contro l’aumento dei prezzi del carburante. Una mini invasione pacifica, che resta fuori dall’Ariston.

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