Infrastrutture
Ponte sullo Stretto, Salini: «Siamo pronti a partire e ci saranno 100mila posti di lavoro»
Le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, a margine del premio intitolato all’economista Alberto Giovannini, già presidente del gruppo
Il progetto del ponte a parte il suo «significato nella logica della rete e della connessione della Sicilia all’Europa è un progetto per il sud importantissimo, significa una vetrina tecnologica, per le imprese del sud, per i ragazzi di grande lavoro». Così l’amministratore delegato di Webuild, Pietro Salini, a margine del premio intitolato all’economista Alberto Giovannini, già presidente del gruppo.«Significa – aggiunge – 100.000 posti di lavoro disseminati in Italia perché le infrastrutture non producono benefici solo dove sono, come immaginiamo i porti, ma nell’economia generale. Quindi significa crescita del Pil, assunzioni i ragazzi che possono lavorare. Significa fare uno sforzo di immaginazione, quando uno spende 100 miliardi per una rete ad alta velocità che connette un capo del paese con il resto, e si ferma per non fare un ponte che vale 4 miliardi e mezzo in totale di costo , diventa abbastanza surreale. Il resto di queste somme di cui si sente sempre parlare, 12-13 miliardi sono spese sul territorio che sono necessarie, sono strade, metropolitane, sistemazioni idrogeologiche e tante altre cose che sono connesse con il ponte».
«Aver scelto il ponte – prosegue Salini – come teatro di scontro ci addolora perché significa che le infrastrutture hanno un colore. Ma le infrastrutture non hanno un colore, servono alla gente. In periodo elettorale sono ragionamenti giustificati ma poi bisogna abbassare le luci e mettersi tutti a lavorare».
«Noi siamo pronti a partire anche domattina. C’è una squadra che scalda i motori, ragazzi che vogliono farlo», continua l’amministratore.«Abbiamo – aggiunge – un bel programma di assunzioni sul posto, stiamo facendo le scuole anche per formare i tecnici che serviranno realizzare il ponte, in Calabria in Sicilia e nel resto del paese. Questo significa proiettare l’Italia in uno scenario internazionale in un paese all’avanguardia. Quando si parla di innovazione, non è solo i computer innovazione, ma anche le opere che fai e come le fai. Non si è mai fatto un ponte come questo prima, la stessa domanda che si sono fatti tutti quelli che ci hanno preceduto che hanno fatto cose che non si erano mai fatte prima. Con questo criterio noi avremo un paese da tenere fermo nelle caverne».Sulla tempistica, Salini ha evidenziato che «sono cose che non dipendono da noi ma dalla politica. Se si cominciasse subito noi siamo pronti domattina. Se la politica ci dice cominciamo noi cominciamo».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA