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Comune Misterbianco affida revisione VAS piano regolatore a Università di Firenze, Ordine di Catania: «Atto illegittimo»

Di Assia La Rosa |

CATANIA – Lottare per difendere i diritti dei professionisti, tutelando la categoria e vigilando sull’operato della Pubblica Amministrazione: è anche questo il compito degli Ordini professionali. Così come continua a fare quello degli Architetti di Catania – da mesi impegnato sul fronte del corretto affidamento di incarichi tecnici professionali per servizi attinenti l’architettura, l’urbanistica e la paesaggistica – che in questi giorni ha chiesto l’annullamento o la revoca in autotutela della delibera n. 159 del 22 ottobre 2020 della Commissione Straordinaria del Comune di Misterbianco.

Il documento in oggetto prevede un accordo (sotto la formula di “Convenzione di Ricerca”) con il Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze – laboratorio regionale design – Sezione di urbanistica e pianificazione del territorio, finalizzato alla revisione del rapporto ambientale della V.A.S. al Piano Regolatore Generale del Comune, richiesto dall’assessorato regionale Territorio e Ambiente. Un processo che “dovrà tener contro dei mutamenti del quadro legislativo e di quello pianificatorio dettati dalla nuova legge urbanistica regionale e che si prospetta complesso e articolato nei termini tecnici”.

Un incarico che, inevitabilmente, escluderebbe i professionisti: «Nella convenzione – spiega il presidente dell’Ordine etneo Alessandro Amaro – viene stipulato un rapporto di “ricerca e finalità pubbliche” che, di fatto, rappresenta un incarico a tutti gli effetti, che invade la sfera di competenze proprie del professionista abilitato. Tali servizi, come più volte ribadito dall’Anac, devono essere affidati con le procedure ad evidenza pubblica contemplata nel D.lgs. 163/2006, per formare oggetto di un rapporto contrattuale con un operatore economico. Inoltre, per tale attività è stata stanziata una somma di 15mila euro». E, come evidenziato dallo stesso Amaro e dal legale dell’Ordine Anna Arena, «nel caso di specie appare chiaro l’ingresso nel mercato dell’Università di Firenze, la quale può avvalersi di beni strumentali e prestazioni professionali dei propri collaboratori a costo zero, alterando il mercato e danneggiando le professioni private».

«In sintesi – aggiungono – l’incarico tecnico viene eseguito dal DIDA, le cui prestazioni eccedono la mera attività di consulenza e di ricerca. L’accordo tra il Dipartimento e il Comune di Misterbianco, dunque, è illegittimo. I documenti approvati vanno ritenuti inficiati di gravi violazioni di legge, quali la par condicio e il principio di trasparenza, efficacia, efficienza ed economicità dell’azione amministrativa, nonché l’eccesso di potere».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA