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Appalti irregolari nel Siracusano: coinvolti sindaci, dipendenti e imprenditori

Di Redazione |

PRIOLO GARGALLO – Agenti del commissariato di Priolo Gargallo (Siracusa) stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari coercitive ed interdittive, emessa dal Gip del Tribunale di Siracusa, nei confronti di nove persone tra amministratori, pubblici dipendenti e imprenditori. Sono accusati di aver commesso molteplici reati contro la pubblica amministrazione, la fede pubblica ed il patrimonio, in merito a procedure di affidamento di lavori e servizi da parte di uffici pubblici. I dettagli dell’operazione, denominata ‘Muddica”‘ (‘Mollica), saranno resi noti durante una conferenza stampa che si terrà alle 11 in Questura alla presenza del procuratore Fabio Scavone e del sostituto Tommaso Pagano.

Nell’ambito dell’inchiesta è stato posto agli arresti domiciliari anche il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, mentre per il sindaco di Francofonte, Daniele Lentini, è scattato un provvedimento di divieto di dimora. Le indagini riguardano principalmente appalti del comune di Melilli. Ai domiciliari anche l’ex vice sindaco ed ex assessore di Melilli, Sebastiano “Stefano” Elia.

Le indagini degli agenti del commissariato di Priolo che hanno portato all’arresto del sindaco di Melilli Giuseppe Carta e del suo ex vice ed ex assessore, sono durate nove mesi: dal marzo al novembre dello scorso anno. Tra gli episodi emersi l’affidamento all’imprenditore Sebastiano Frachino di alcuni interventi di manutenzione, dove Carta secondo gli inquirenti avrebbe favorito il pagamento «di una fattura artificiosamente “gonfiata» relativa al servizio di trasporto degli alunni della scuola materna e dell’obbligo». Un servizio prima affidato “direttamente e senza alcuna procedura di selezione” all’impresa dell’imprenditore Vecchio che «grazie all’accordo illecito raggiunto con i titolari delle imprese concorrenti, Zuccalà e Biondi, ha continuato di fatto a prestarlo, incassandone i proventi, nonostante venisse formalmente affidato alle altre ditte». Nonostante la Vecchio «non disponesse di mezzi di trasporto adeguati ed in possesso dei requisiti di legge».

Secondo la polizia l’ex assessore Elia «sfruttando il potere persuasivo connesso al suo ruolo politico, istigava le condotte delittuose, agevolandole attraverso indebite pressioni e interferenze in procedimenti amministrativi e scelte decisionali di esclusiva competenza dei dirigenti preposti». Accertato un’ipotesi di accordo corruttivo tra il sindaco Carta e la responsabile di una cooperativa sociale che «supportata nei suoi progetti di accoglienza di minori stranieri non accompagnati con la promessa di una convenzione con il Comune di Melilli, ha promesso al primo cittadino l’assunzione di persone da lui indicate». 

Secondo l’accusa il sindaco di Melilli, Giuseppe Carta, e l’ex assessore Sebastiano Elia avrebbero gestito in modo «arbitrario e per il soddisfacimento di interessi particolari le procedure amministrative finalizzate all’affidamento a privati di servizi e lavori da parte degli uffici comunali». I due amministratori sono stati posti agli arresti domiciliari con l’accusa di associazione a delinquere nell’ambito dell’operazione della polizia «Muddiche» (Molliche). Indagati risultano Reginaldo Saraceno, 54 anni, e Giulia Cazzetta, 59, dipendenti del Comune di Melilli, sospesi dal pubblico impiego; Marilena Vecchio, 47 anni, imprenditore, rappresentante legale dell’impresa di trasporti Vecchio srl; Sebastiano Franchino, 40 anni, imprenditore; Giovanni Zuccalà, 81 anni, imprenditore, amministratore unico dell’impresa Zuccalà Travels srl; Franco Biondi, 59 anni, imprenditore, rappresentante legale della ditta Euroviaggi di Biondi Franco sas. Agli imprenditori è stata applicata la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare attività imprenditoriale.

Il gip avrebbe individuato nel sindaco Carta il «promotore e capo del consesso organizzato per sfruttare il potere connesso al suo ruolo politico ed a quello di Elia, in modo da influenzare la scelta dei soggetti imprenditoriali selezionati come contraenti del Comune». Sempre secondo il gip avrebbe esercitato «pressioni sui dirigenti preposti alle procedure di selezione del contraente o di affidamento diretto affinché riducessero fittiziamente, attraverso la scomposizione in più affidamenti, l’importo degli appalti, in modo da eludere le procedure più rigorose previste dalla normativa vigente, invitassero alle selezioni ditte e imprese da loro indicate e, in caso di affidamento diretto, aggiudicassero l’appalto alla ditta da loro indicata». In alcune circostanze sarebbero stati accertati «accordi collusivi, con la complicità ed il concorso necessario degli imprenditori privati, per indirizzare lo svolgimento delle procedure negoziali di scelta del contraente verso la conclusione desiderata dagli indagati».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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