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Retata a Palermo, sgominata la banda dei falsi permessi di soggiorno ai migranti

Di Redazione |

PALERMO – Sono in corso numerose perquisizioni ed arresti da parte del Gruppo della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato, su ordine del Tribunale di Palermo, nei confronti di un’organizzazione criminale per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, composta, tra gli altri, da commercialisti e Centri di Assistenza Fiscale.

Nel corso delle indagini, durate 2 anni e condotte da finanzieri e poliziotti della Squadra Mobile palermitana, è stata “scoperta un’articolata rete di professionisti, titolari di Centri di Assistenza Fiscale ed altre persone compiacenti che procuravano a soggetti extracomunitari, dimoranti nella provincia di Palermo, i permessi di soggiorno od il loro rinnovo attraverso dichiarazioni dei redditi con dati fittizi o falsi contratti di lavoro”.

Tra i soggetti destinatari delle misure cautelari il riferimento per la comunità Tamil di Palermo, attivo nel panorama politico palermitano quale membro della Consulta delle culture presso il Comune di Palermo.

Gli immigrati, provenienti anche da regioni differenti ed in alcuni casi effettivamente dimoranti in territorio estero, attraverso un passaparola all’interno delle singole etnie giungevano a Palermo ed esternavano ai “professionisti contabili” la loro necessità di avere una dichiarazione dei redditi ad hoc per il raggiungimento della soglia minimo di reddito prevista per proseguire il loro soggiorno in Italia. In taluni casi, addirittura, la richiesta avveniva telefonicamente, ma le comunicazioni sono state intercettate.

Il fenomeno aveva assunto una tale dimensione da allarmare i poliziotti dell’Ufficio Immigrazione che, allertati i colleghi della squadra Mobile ed in piena sinergia con la Guardia di Finanza, hanno dato avvio a controlli approfonditi sulle dichiarazioni dei redditi trasmesse determinando la revoca di gran parte delle richieste avanzate attraverso la fitta rete di professionisti ed “addetti ai lavori” che, dietro il pagamento di compensi che raggiungevano anche i mille euro, offrivano tutta una gamma di servizi, finalizzati essenzialmente all’ottenimento dei relativi permessi.

Il metodo consisteva in alcuni casi nell’attivazione di partite Iva per ditte individuali per extracomunitari – per la maggior parte censiti come venditori ambulanti -, in altri casi venivano fatti risultare fittiziamente assunti come collaboratori domestici dagli stessi professionisti o da persone compiacenti. Sono numerosi gli imprenditori extracomunitari fasulli allo stato attuale censiti dai finanzieri e dai poliziotti, che, oltre a soggiornare illegalmente nel territorio nazionale si ritrovano anche con i contributi previdenziali versati tali solo sulla carta visto che il loro versamento avveniva mediante compensazione di crediti d’imposta creati ad hoc nelle false dichiarazioni fiscali. Sono in corso ulteriori accertamenti volti a quantificare i guadagni illegalmente conseguiti dai professionisti e dai vari Centri di Assistenza Fiscale. 

Nel corso dell’operazione Immigratis contro il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sono finiti agli arresti domiciliari Gesualdo Meli, Antonino Di Majo, Gianfranco Ficano, Francesco Noto, Antonino Pisciotta, Paola Giannetto, Antonino Russo, Marco Celani e il poliziotto dell’ufficio immigrazione Salvatore Giacobbe che sfruttava le sue entrature in Prefettura ed è il marito della titolare di un Caf di Castelvetrano. Per Thayaraj Arulnesan, membro della Consulta delle culture del Comune di Palermo e a sua volta titolare di un Caf, il gip ha disposto il divieto di dimora nel comune di Palermo e obbligo di presentazione all’ufficio immigrazione della questura per tre giorni a settimana. Altri otto indagati non sono stati raggiunti da misura cautelare. Sono accusati a vario titolo di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violazione del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA