Elezioni Sicilia: alle 19 ha votato il 49,01%
Comunali: alle urne 29 centri in Sicilia, in serata i primi risultati
Seggi aperti sino alle 23, poi via allo spoglio delle schede
PALERMO – Nei 29 comuni siciliani chiamati alle urne per le amministrative, alle 12 l’affluenza alle urne è stata del 17,31%, alle 19 è stata invece del 49,01%. Sono 15 i comuni con più di 10 mila abitanti tra quelli interessati a questa tornata, con 406.059 elettori. Non si vota in nessun capoluogo di provincia. Tra le città più popolose, Alcamo (Trapani), Vittoria (Ragusa) e Caltagirone (Catania). La percentuale d’affluenza più alta si è registrata ad Antillo, nel Messinese, con il 33,4% di votanti; la più bassa a Barrafranca (EN), con 11,6%. Le urne si sono aperte alle 7 e si chiuderanno alle 23. Lo scrutinio avverrà a chiusura delle operazioni di voto.
La città con il maggior numero di elettori è Vittoria, in provincia di Ragusa, con 61.006 abitanti. Complessivamente, alla tornata amministrativa sono interessati 442.094 siciliani. Un test piuttosto ridotto, dunque (in ben quattordici comuni si applica il sistema maggioritario) dal quale difficilmente si potranno cogliere indicazioni politiche. C’è un fiorire di liste civiche che dovranno superare lo sbarramento del 5 per cento. Complessivamente, le liste presentate sono 234, mentre 4.025 sono gli aspiranti consiglieri comunali, e in centoventiquattro a contendersi la poltrona di primo cittadino. Un numero esorbitante di candidati e di liste, dunque, che la dice lunga sulla scarsa rappresentatività che di questi tempi è delegata ai partiti. L’unico politico a scendere in campo è il deputato regionale dell’Udc, La Rocca Ruvolo, a Montevago, in provincia di Agrigento, con la lista civica Montevago popolare.
Subito dopo la chiusura delle urne, alle ore 23, comincerà lo spoglio delle schede. Il sistema di voto è chiaramente definito: «Il voto espresso per una lista non si estende al candidato sindaco ad essa collegato – si legge nel sito della Regione Siciliana – e viceversa. E’ necessario, quindi, che l’elettore, per esprimere le proprie preferenze, tracci un segno sia per il candidato sindaco sia per una lista collegata o non collegata (il cosiddetto “voto disgiunto”) al candidato sindaco». «Per i candidati al consiglio comunale – continua la nota del sito – è possibile esprimere un massimo di due preferenze a condizione che esse si riferiscano a candidati della stessa lista e di genere diversi ». Nel caso le due preferenze fossero date a due donne o a due uomini, la seconda viene annullata.
In nessun comune in cui si vota oggi, la coalizione di maggioranza che sostiene la giunta Crocetta si presenta unita. Neanche l’Udc e il Ncd che hanno dato vita, a Palermo come a Roma, ai gruppi parlamentari di Area popolare. Sarà curioso vedere chi prenderà più voti tra il Pd e Sicilia futura, la costola “dem” di matrice “renziana”.
I comuni in cui si vota con il sistema proporzionale (quelli con oltre quindicimila abitanti), e dove potrebbero svolgersi eventuali ballottaggi il 19 prossimo, sono: Canicattì, Favara e Porto Empedocle, in provincia di Agrigento; Giarre e Caltagirone, in provincia di Catania; Vittoria, in provincia di Ragusa; Lentini e Noto, in provincia di Siracusa; Alcamo, in provincia di Trapani.
Sono ben quattordici i comuni in cui si vota con il sistema maggioritario: un sistema con cui il sindaco viene eletto al primo turno e ha assegnata una maggioranza di due terzi: Montevago (Agrigento), Vallelunga Pratameno (Caltanissetta), Calascibetta (Enna). Nel Messinese: Antillo, Caronia, Falcone, Ficarra, Galati Mamertino, Rodi Milici, San Marco d’Alunzio, Sant’Angelo di Brolo e Torregrotta.
Poi, ci sono i comuni dove si vota con il sistema misto: è eletto sindaco chi prende più voti al primo turno, ma i seggi in consiglio comunale, fatto salvo il premio di maggioranza, vengono ripartiti proporzionalmente. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA