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Iblea Acque, Firrincieli (m5S): “Altro che parere pro veritate, meglio il ricorso al Tar”

"E' l'unico modo per chiarire in via definitiva le idee sul futuro che sembrano, adesso, molto confuse"

Di Redazione |

“A questo punto vogliamo chiarezza. E chiediamo che a farlo sia un giudice. Quindi, niente parere pro veritate a un tecnico della materia, che ci farà allungare ulteriormente i tempi, visto che ci vorrà non meno di un mese per ottenere il responso, ma ricorso al Tar avverso le eccezioni sollevate dall’ufficio ispettivo dell’assessorato regionale delle Autonomie locali e della Funzione pubblica”.

Lo afferma il consigliere comunale del movimento Cinque stelle, Sergio Firrincieli (nella foto), dopo avere preso atto delle ultime evoluzioni che interessano da vicino il caso Iblea Acque. “Partiamo intanto dal presupposto, ed è bene ribadirlo, che la gestione pubblica del sistema idrico integrato non si tocca – ancora Firrincieli – ma, allo stesso tempo, non possiamo non prendere atto di come i sindaci, con quest’ultima presa di posizione, abbiano evidenziato le proprie incertezze sulla delicata materia. Prima nominano l’amministratore unico e ora gli tolgono il compenso, poi predispongono il bando e quindi lo ritirano, poi lasciano effettuare alcune assunzioni e dopo si cospargono il capo di cenere: insomma, una grande confusione. Non abbiamo mai voluto affondare il colpo perché si tratta di un servizio di fondamentale importanza per la collettività. Ora, però, sono i dubbi a farla da padrone. Dalla nostra esortazione dell’interpretazione della norma rispetto a cui, in Consiglio comunale, il sindaco ci aveva risposto che si sarebbe rivolto all’Anac, ecco che, adesso, con una brusca retromarcia, si passa al ricorso a un perito di parte che, naturalmente, non potrà darci una soluzione oggettiva”. “Ecco perché – prosegue Firrincieli – rispetto a questa questione che comincia a minare la credibilità delle istituzioni coinvolte, riteniamo che l’unica soluzione sia quella di rivolgersi a un tribunale amministrativo. Non si comprenderebbe il motivo per cui continuare a gravare i dodici Comuni dei costi riferiti a questa consulenza e non andare, piuttosto, direttamente al Tar. Serve mettere le idee in ordine e procedere di conseguenza. E, soprattutto, non si può perdere ulteriormente tempo nella definizione di percorsi sostenibili che ci aiutino a sbrogliare queste stesse idee. I dubbi manifestati dall’assemblea dei sindaci si riversano tutti sulla collettività che non comprende quali siano le ragioni che stanno determinando tutto questo”.

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