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Tumori: Cognetti, più impegno nella prevenzione

Roma, 8 ago. (AdnKronos Salute) – Il 5% degli italiani vive dopo una diagnosi di tumore: sono circa 3 milioni di persone, con un incremento del 17% dal 2010 al 2015 (+20% per gli uomini e +15% per le donne). E un milione e 900 mila persone possono affermare di aver sconfitto la malattia, avendo […]

Di Redazione |

Roma, 8 ago. (AdnKronos Salute) – Il 5% degli italiani vive dopo una diagnosi di tumore: sono circa 3 milioni di persone, con un incremento del 17% dal 2010 al 2015 (+20% per gli uomini e +15% per le donne). E un milione e 900 mila persone possono affermare di aver sconfitto la malattia, avendo superato la soglia dei 5 anni dalla diagnosi. Le nuove frontiere della lotta al cancro sono al centro dell’incontro al Caffè della Versiliana a Marina di Pietrasanta (Lucca), oggi alle 18.30.

“L’aumento della sopravvivenza è un risultato decisivo raggiunto grazie alle campagne di prevenzione, alla diagnosi precoce e alle terapie innovative – spiega Francesco Cognetti, presidente della Fondazione ‘Insieme contro il cancro’ e direttore dell’Oncologia medica dell’Istituto Regina Elena di Roma – E’ indispensabile sostenere le campagne di prevenzione oncologica. Questi programmi nel nostro Paese sono ancora troppo pochi e hanno spesso un ruolo limitato, anche se si traducono nel lungo termine in milioni di vite salvate”.

Perché i numeri dei tumori “evidenziano l’enorme impatto di queste patologie dal punto di vista sanitario e il loro elevatissimo carico sociale: milioni di cittadini rivendicano diritti che spaziano dal ritorno al lavoro, all’accesso ai mutui bancari, al desiderio di diventare genitori”. Il cancro, evidenzia l’esperto, “sta infatti diventando sempre più una malattia cronica con cui è possibile convivere a lungo o guarire: oggi il 60% dei pazienti ce la fa, percentuale che raggiunge quasi il 70% nelle neoplasie più frequenti, fino a toccare il 91% nella prostata e l’87% nel seno”. Per la prima volta nel nostro Paese si è registrata una diminuzione dei nuovi casi, 363.300 nel 2015 rispetto ai 365.500 nel 2014, dovuta soprattutto al minor numero di diagnosi fra gli uomini.

“L’immuno-oncologia è una nuova arma capace di allungare in maniera significativa la sopravvivenza, a fronte di una buona tollerabilità – afferma Giorgio Scagliotti, direttore dell’Oncologia all’Università di Torino – Un’arma che si affianca a quelle tradizionali rappresentate da chirurgia, chemioterapia, radioterapia e terapie biologiche”.

Questa strategia terapeutica “sta aprendo un ‘nuovo mondo’ perché funziona in modo diverso rispetto alle terapie tradizionali rinforzando il sistema immunitario contro la malattia”, sottolinea Pierfranco Conte, direttore Oncologia medica 2 all’università di Padova.

“Oggi non possiamo più parlare di male incurabile, ma serve maggior impegno da parte delle Istituzioni – conclude Cognetti – sul fronte della prevenzione. Se si considera l’impatto dei tumori in Europa e nel resto del mondo, è difficile pensare che il ‘problema cancro’ sia poco rilevante, sia in termini epidemiologici che finanziari. I dati degli studi scientifici dimostrano con forza i benefici di uno stile di vita sano”.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA