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Claudio Bertuccio, quando il busking diventa un’arte

Cantante e chitarrista di Aci Bonaccorsi, da oltre 20 anni nel mondo della musica dall’estate scorsa si è dato anche alla musica suonata in strada

Di Ottavio Gintoli |

Una chitarra, un microfono e un’immensa voglia di trasmettere agli altri la sua immensa passione per la musica: se ritrovarsi a Noto in una sera d’estate è sempre piacevole, lo è stato ancora di più quelle volte in cui a tener compagnia a chi passeggiava in centro storico c’era Claudio Bertuccio.Cantante chitarrista, 41 anni, si sposta da Aci Bonaccorsi.Da oltre 20 anni nel mondo della musica (è anche insegnante di chitarra), dall’estate scorsa si è dato anche al busking: suona in strada. Lo ha fatto in giro per Puglia, Emilia Romagna e Sicilia: questa estate Noto è stata una delle sue tappe preferite.

In punta di piedi, con eleganza e padronanza: ogni volta un’esibizione diversa, perché non «è chi suona che decide la scaletta ma sono le sensazioni del pubblico davanti a farti scegliere un brano piuttosto di un altro».«Noto è un posto del cuore, difficile da dimenticare e dove conto di ritornare in futuro – racconta -. Perché se l’architettura, i colori e le forme erano sempre uguali ogni sera, la gente cambiava di volta in volta. Suonare diventava come comporre un puzzle, con alcuni pezzi necessari che poi, seguendo la mia impronta musicale, mettevo io».Cover internazionali arrangiate in maniera propria e decisa, come se fosse un’estemporanea di musica (del resto anche la musica è arte, ndr), con un tocco di originalità: brani scritti da altri ma suonati con un proprio linguaggio.«In questi anni mi sono concentrato su una tecnica particolare – prosegue nel raccontarsi -, il cosiddetto fingerstyle: un modo di arrangiare le canzoni con un verso preciso, un misto plettro e dita per dare l’idea di chitarra, basso e batteria, sfruttando così un repertorio che tocca note blues, pop rock e soul, svariando da Eric Clapton a Jimi Hendrix».L’estate volge al termine, forse Claudio Bertuccio a Noto tornerà – del resto il centro storico è ancora vivo e continua ad accogliere turisti e visitatori – ma l’esperienza netina è già tra i ricordi più belli di questa sua carriera da artista di strada.«Un incantesimo – aggiunge -. Ogni sera si creava un incantesimo con il pubblico. Certo, non sempre è stato semplice (c’erano colleghi che non rispettavano le regole della strada e certe volte gli eventi organizzati in centro storico non erano segnalati, ndr), ma è andata bene.«La scalinata della Cattedrale che si riempie, le prime note suonate, l’entusiasmo che aumenta, gli applausi ad accompagnare la musica. Se penso ad alcune interpretazioni, tipo quella dei brani di Lionel Richie o, per esempio, Il Gatto e la Volpe di Edoardo Bennato, mi vengono i brividi. Chi si esibisce in strada diventa come un cantastorie, deve essere bravo a interpretare il pubblico che ha davanti. Ci vuole un’abilità nel tenere i ritmi, far avvicinare le persone e farle restare. Appena si crea l’incantesimo giusto, ecco che la serata si accende».E di serate accese, a Noto, Claudio ne ha vissute almeno una quarantina, diventando anche amico di alcuni operatori commerciali e gente del posto (tra i quali Roberto Scalzone, che ringraziamo per le foto) che lo hanno fatto sentire più di un semplice netino d’adozione. Tra concerti, lezioni di chitarra e registrazioni in studio, Claudio pensa già alla prossima stagione: ha dato tanto a Noto e Noto sta dando tanto a lui anche in termini di visibilità e nel frattempo continua a scrivere e comporre nuovi brani.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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