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Gianni Belfiore: «Io, la Pescheria e le parole per Julio Iglesias»

Il musicista ligure, ma dai genitori siciliani, vive ormai a Milo, come Battiato e Dalla

Di Mario Bruno |

Una vita da mediano? No, macché. Una vita sulle navi, in giro per il mondo coi gradi di capitano e commissario. Però il mare non gli basta perché è un creativo, un artista in divisa che ama solcare gli oceani da un capo all’altro del globo. Pensando anche a spartiti e strumenti. «Per favore – dice al cronista – metta le qualifiche esatte, la precisione è una dote alla quale non intendo venir meno».

Sarà fatto, caro ammiraglio.

«No no, vede che non ci siamo?…».

Ok, allora precisiamo: lei a voler essere esatti stato capitano di lungo corso della Marina mercantile e commissario marittimo. Ha compiuto 82 anni il 1° febbraio scorso, ha all’attivo 150 crociere nei Caraibi sulla nave Victoria, e per 10 anni è stato commissario di bordo sui transatlantici Michelangelo e Raffaello. Ci siamo?

«Ora sì».

Bene, il personaggio in questione amico di mari e imponenti navi ha una priorità che forse è la più amata di tutte: quella di essere paroliere, poeta, autore di canzoni. E non è finita qua: il fruitore di opere dell’ingegno, nella fattispecie di poesie in musica, di brani romantici da ascoltare nei momenti di relax, è un fuoriclasse della “leggera”, l’alfiere spagnolo di esemplari dell’easy sound come “Se mi lasci non vale” e “Sono un pirata sono un signore”. Gentili lettori, è nostro ospite Gianni Belfiore, autore prediletto di Julio Iglesias che ha spento ieri 80 candeline.

Ottanta primavere pesano, ma non per Belfiore e per lo stesso Iglesias il cui simbolo sembra essere la mano sul petto. Dietro questa mano sul cuore, avverte Julio, c’è il mondo di Luigi Pirandello. Le canzoni che lui esegue sono spaccati di vita come le commedie dello scrittore agrigentino premio Nobel per la letteratura.«Ci siamo conosciuti – ricorda Belfiore – sulla nave Rossini che viaggiava in Cile, lui era in tournée, adesso lavora a rilento, fa qualche concerto negli Usa, a Miami dove risiede. Canta anche nei casinò a Las Vegas e Atlantic City».

Vi vedete?

«Ci sentiamo al telefono, se lui è disponibile. Andando avanti con gli anni si diventa più difficili, più burberi, scorbutici. Se è di umore nero si chiude a riccio, se ha la luna storta si fa negare. Per lui ho scritto 80 canzoni, fra cui “Se mi lasci non vale”, “Sono un pirata sono un signore”, “Pensami”, “Innamorarsi alla mia età”.

Adesso dove si trova, dov’è il suo quartier generale?

«Lui vive in una bellissima villa a Santo Domingo, Caraibi, sabbia bianca come borotalco, mare blu e tanta pace. Ha casa pure a Miami».

Cosa fa?

«Sta scrivendo le sue memorie, è stato sposato 2 volte e ha 3 figli dalla prima moglie e 5 dalla seconda, Miranda. La canzone che gli ha dato popolarità aprendolo al mercato americano, è “Hey”, il cui nome mi ha convinto a creare una linea di profumi. Sono venuto a pubblicizzarli anche a Catania. Io sono nato a Genova da genitori di Riposto. Ho iniziato la carriera di paroliere assieme a Rosa Balistreri con l’album “Amuri senza amuri”».

Com’è Iglesias? Tratti distintivi del carattere?

«E’ molto rapido, istintivo, professionale, impiega tanto tempo negli studi di registrazione essendo un perfezionista. Con lui sono sempre andato d’accordo, altrimenti non avrei potuto scrivere 80 canzoni in 45 anni».

Com’è la giornata tipo di Julio?

«Alle 11 gli portavo le canzoni da imparare. Alle 14 si mangiava, lui prendeva frutti di mare e pesce che arrivavano dalla Spagna, poi faceva la siesta e alle 16 andavamo in studio di registrazione per rimanervi fino alle 21. Cena leggera a base di pollo e frittata spagnola detta tortilla».

Ha duettato con illustri vocalist…

«Sì, con Aznavour, Sinatra e Sting, tanto per citarne qualcuno. Fra noi non ci sono state vere e proprie liti, soltanto qualche differenza di vedute su testi e interpretazioni».

E invece come si programma e si svolge la giornata di Gianni Belfiore?

«Al mattino compro il pesce a Riposto, al pomeriggio innaffio piante e fiori, la notte dormo poco perché scrivo canzoni nuove».

Cosa pensa della musica d’oggi e dei cantanti tatuati da far spavento che prediligono e ascoltano nenie e monologhi chiamati rap, trap e via farneticando…

«Gli auguro molta fortuna».

Un giudizio sul loro valore?

«Mi avvalgo della facoltà di non rispondere».

In generale, chi getterebbe dalla torre?

«Preferisco sorvolare sull’argomento».

Non lo dice apertamente, ma si capisce che non nutre simpatia per certi esecutori, i quali vantano pesanti e grotteschi trucchi e un discutibile vestiario sotto camicie e magliette. Progetti?

«E’ appena uscito il disco di Iglesias “La mia vita” distribuito con i settimanali “Chi” e “Sorrisi e canzoni”. Contiene 41 brani di cui 19 sono firmati da me…»

Altri profumi in cantiere, anzi in profumeria?

«Non credo. Abbiamo dato: è stato un peccato giovanile, ma nella vita ogni esperienza è sempre importante».

Belfiore, cos’è la musica?

«È la mia vita. Quando non riuscirò più a scrivere sarà la morte prima di morire. La cantante della nave Edda Montanari a proposito della crisi che ha investito le navi da passeggeri mi ha detto: “Sei l’unico a salvarti. Ti salverà la musica”».

Andrebbe a cena con Mogol o con Mina?

«Con Mina. Mi ritengo ancora all’altezza».

Le donne sono al centro delle sue canzoni. Donne che lasciano, prendono, illudono. Tradiscono, ci educano. Quanto sono importanti le donne per un uomo?

«Sono le entità più importanti, ci mettono al mondo, ci assistono, ci confortano, ci rimproverano a fin di bene, ci sostengono, ci riservano una carezza».

Ha avuto maestri?

«Sì, gli americani. Loro mi hanno insegnato a scrivere».

Meglio Stephen King o John Steinbeck?

«Entrambi danno belle emozioni, con le loro storie di miserie e di paura».

Chi ha rovinato l’Italia?

«La gelosia straniera verso il nostro Paese custode del Rinascimento. Siamo un museo a cielo aperto e ciò fa nascere tante cattiverie».

Lei si è trasferito a Milo come fecero Battiato, Dalla, Juri Camisasca, Come mai?

«La Sicilia è quella terra dove il silenzio si parla e il tempo che passa è come un vecchio amico che ti tiene compagnia».

Ottima considerazione di un uomo sempre diviso tra sogno e realtà, tra l’Atlantico e il Pacifico, tra musica e poesia con un occhio ai Tropici e con l’altro al Mediterraneo in un crogiolo di sentimenti, passioni, emozioni senza fine.

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