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Addio a Natale Zennaro, regista “rivoluzionario” della Tv siciliana

Inventò un nuovo modo di raccontare per immagini e nuovi programmi come "Tweeter". Oggi i funerali a San Gregorio

Di Leonardo Lodato, Vittorio Romano |

E’ sempre difficile parlare di un collega che non c’è più. Figuriamoci se con quel collega, nel corso degli anni, si è stretto un rapporto d’amicizia. Natale Zennaro era “il regista”, in senso pratico e metaforico, era quello che ha inventato un certo modo di fare tv che tutta Italia ha invidiato prima a Teletna e, dopo, ad Antenna Sicilia.Era il ragazzo scapestrato, dalla voce “forte”, che ha fatto debuttare un mito nazionale come Fabrizio Frizzi. Quante volte lo ha ripetuto (era il suo orgoglio). Quante volte, a cena, ha raccontato di quel timido presentatore alle prime armi a cui tremavano le gambe e… la lingua.

Natale Zennaro era un gran rompiballe, ti faceva incavolare ma alla fine, con lui, si rideva sempre. Come quando si faticava a infiocchettare quel fiore all’occhiello della tv “Made in Sicily” chiamato “Tweeter” ideato con Umberto Teghini. Ti faceva incavolare, è vero, ma ti cuciva addosso il personaggio. E tanti di noi, grazie a lui e ai suoi consigli, hanno fatto il salto di qualità. Quanti volti nostrani bazzicano oggi le reti Rai e Mediaset. E per ognuno di noi, c’è stato lo zampino di Natale, quel Natale che non sentiva ragioni come quando “cassò” l’intervista ad una ancora sconosciuta ragazza che suonava la chitarra e cantava appollaiata sullo sgabello di un pub del centro di Catania (era Carmen Consoli!). O come quando, ad Agrigento, complice l’amico Daniele Piombi, ci costrinse a fare andare su tutte le furie Alba Parietti e Valeria Marini. «Natale, ma perché mi devo fare insultare?». «Fai quello che ti dico…». E poi, dal cilindro della sua lucida follia, tira fuori un’improbabile intervista a due oche che passeggiano sul prato dell’albergo che ospita il “Premio Regia Televisiva”…

Ma i ricordi con Natale sono anche al di fuori del “palazzo” che ancora oggi ospita le “sue”, le “nostre” televisioni e il nostro giornale. Innanzitutto le rimpatriate con gli amici ed ex colleghi della tv, che lui amava organizzare. «Stasera andiamo a mangiare – ci diceva – e lo diciamo ai “ragazzi”. Ci divertiamo». E con quei “ragazzi” si chiacchierava ricordando insieme aneddoti che lui condiva con battute esilaranti e chicche inedite. Lo abbiamo avuto sempre al nostro fianco, anche dopo la sua pensione, a elargire consigli e a dare qualche pacca sulle spalle nei momenti più complicati del nostro lavoro. Ma anche soltanto per un caffè o una granita mattutina prima che noi sia andasse in redazione, o ancora per una passeggiata veloce, come amava dire lui, dal lungomare Scardamiano di Aci Castello fino ad Aci Trezza passando attraverso il lido dei Ciclopi.A Natale tutti volevano bene, e lo dimostrano migliaia di attestati d’affetto sui social. Oggi, nella chiesa madre di San Gregorio, alle 11, l’ultimo abbraccio.COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA