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Alessandro Quaini, il “cocco” di Tabbiani che ha stregato anche Toscano
Il Catania prosegue il suo ritiro ad Assisi
All’ultimo tornante ecco spuntare Quaini. L’inizio di stagione nelle retrovie, considerazione minima, forse quasi zero, anche perché era l’unico acquisto voluto dal tecnico Tabbiani e sembrava potesse andarsene dopo l’allontanamento dell’attuale guida del Trento. Altro che cocco del mister… Il jolly del Catania ha superato in crescendo tutte le gestioni in panca. Un salto triplo che l’ha rafforzato anche agli occhi di tifo e dirigenza.
Se oggi il ragazzo di Cremona – poche parole e una timidezza che fa quasi a cazzotti con lo status tipico del calciatore – è tra i confermati lo deve non solo alle prestazioni, ma anche alla serietà che si nota persino lontano dall’avvenimento agonistico.
La conferma, Quaini, è stata conquistata dopo una stagione a dir poco complicata.
«Fa piacere, non era scontato. Quel che penso è che si può migliorare tanto. Non riesco a accontentarmi di quello che ho fatto l’anno scorso. Posso crescere in maniera evidente, ma sempre come giocatore utile alla squadra».
Perché è esploso alla fine della stagione disputando le gare di spareggio da vero baluardo?
«Intesa con i compagni, consapevolezza di poter fare sempre meglio. I consigli di società e allenatori. Metta insieme tutto e forse troveremo la risposta».
C’è un grande rimpianto.
«Peccato sia finita così ad Avellino. Avremmo potuto continuare».
I tre allenatori del campionato passato quanto hanno inciso sulle sue prestazioni?
«Tabbiani mi ha portato a Catania e gliene sarò sempre grato. Lucarelli mi ha utilizzato in mezzo perché mi vedeva meglio in quel ruolo. Zeoli mi ha dato una collocazione utile per quel momento in difesa».
Lei dove preferirebbe agire? Non ci dia la risposta tipica della serie “Pur di giocare andrei pure in porta”.
«Mi vedevo centrocampista, strada facendo ho capito che per le mie caratteristiche meglio agire in difesa. Vede, lavorandoci, le risposte a volte non risultano banali».
Lei non lo è perché non era detto che potesse entrare nel cuore della gente.
«Ho sempre lavorato in silenzio, lontano dai riflettori. E’ un mio modo di fare. Se il pubblico apprezza è uno stimolo in più».
Nel 2017 ha toccato con mano l’effetto Serie A. Juric la chiamò in prima squadra al Genoa.
«Genoa-Roma e Fiorentina-Genoa. Guardare certe gare da una posizione inedita, privilegiata, ti rimane dentro. Mi sono spesso allenato con giocatori di livello assoluto».
Juric urlava di già?
«Lavorava sull’intensità di gioco (bel dribbling quello di Quaini, che evita polemiche, ndr) e ci è servito tantissimo».
Dica i nomi di almeno tre allenatori pescati tra i tanti che l’hanno spinta a sfidare il mondo del calcio per diventare un professionista.
«Tabbiani mi ha consigliato tanto. Tra gli allenatori bravi cito D’angelo e Zaffaroni. Mi hanno curato sotto l’aspetto dei fondamentali e sono riuscito a imparare tanto».
Un ultimo cenno alla stagione scorsa perchè l’azione del gol della vittoria in Coppa, quello di Costantino, è nato dalla sua intuizione.
«Non solo mia, ma anche Marsura ha collaborato in modo determinante. Mancava poco alla fine del tempo e si prospettavano i rigori. Marsura, con cui ho giocato anche a Pisa, mi ha passato la palla, a quel punto ho forzato il lancio per concludere l’azione perchè mancava pochissimo tampo».
Quell’abbraccio dopo il gol cosa rappresenta?
«Abbiamo dato sfogo alla nostra felicità dopo tanti momenti difficili. Se vogliamo le cose possono cambiare. Quel momento è stato una liberazione».
Qui ad Assisi gli inizi fanno ben sperare.
«Stiamo lavorando tanto, inutile dire quel che sarà. Bisogna cercare di fare un passo alla volta».
La Coppa Vip del 3 agosto sarà il vero inizio.«Arriveremo con un’intesa sicuramente superiore a quella del 22 luglio».
Difesa a tre. Lei impiegato a sinistra, ma centrale di ruolo. Toscano ha utilizzato parole importanti per incoraggiarvi.
«Ci si conosce meglio in campo. Io, poi, Ierardi l’ho avuto come compagno nella Primavera del Genoa».
Cosa chiede Toscano?
«Intensità di gioco, dare subito palla e ripetere i movimenti per liberare gli spazi».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA