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Calcio scommesse Il procuratore Palazzi deferisce Catania e Akragas

Provvedimento per 29 società e 52 tesserati

Di Redazione |

La terra di mezzo del calcioscommesse di nuovo alla sbarra, deferimenti a pioggia dalla Serie B ai Dilettanti. Tutti emessi oggi dal pm federale, Stefano Palazzi, completando così gran parte del residuo rimasto riguardo l’inchiesta di Catanzaro già assolta in una prima tranche la scorsa estate con il caso Catania e squalifiche e penalizzazioni a pioggia dalla Lega Pro alla Serie D.

Oggi sono state deferite al Tribunale Federale Nazionale della Figc complessivamente 29 società tra Serie B, Lega Pro e campionati di Eccellenza di Campania, Calabria, Puglia e Sardegna, oltre a 52 soggetti riconducibili alle società in questione.

In tutto si tratta di 27 partite ritenute dal pm federale oggetto di combine, di cui due di Serie B: Livorno-Brescia del 24 gennaio 2015, Catania-Crotone del 16 febbraio 2015.

Per quanto riguarda la prima presunta combine, le accuse sono tutte rivolte all’ex ds dell’Aquila, Ercole Di Nicola (già inibito per 2 anni nel corso del precedente processo estivo) «perché – si legge nel deferimento – venuto a conoscenza dell’alterazione del risultato della gara non provvedeva a denunciare l’illecito alla Procura Federale della Figc» e «per aver ceduto, dietro compenso in denaro, l’informazione dell’alterazione del risultato della gara a un gruppo di stranieri agevolandone così le scommesse».

Deferito il club L’Aquila per responsabilità oggettiva e la società Livorno per responsabilità presunta «per l’illecito sportivo commesso a proprio vantaggio da persone a essa estranee».

Un capo d’accusa leggero e indipendente dalla società toscana, tanto che il club di Spinelli non dovrebbe rischiare punti di penalizzazione, forse solo una piccola ammenda.

Lo stesso Di Nicola risulta coinvolto nella presunta combine Catania-Crotone per «la violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità di cui (art. 1 bis, comma 1 Cgs) «per aver posto in essere attività al fine di ricercare finanziatori, poi non reperiti stante l’impossibilità di offrire loro garanzie, al fine di alterare il risultato». Anche in questo caso l’Aquila alla sbarra per responsabilità oggettiva.

Le partite indagate per la Lega Pro sono invece: Juve Stabia-Lupa Roma, Santarcangelo-L’Aquila, Grosseto-Santarcangelo, L’Aquila-Savona, Prato-Santarcangelo, Prato-Santarcangelo (Coppa Italia Lega Pro), Cremonese-Pro Patria, Monza-Torres, Bassano-Monza, Torres-Pro Patria, Pro Patria-Pavia, L’Aquila-Tuttocuoio, L’Aquila-Santarcangelo, Barletta-Catanzaro, Aversa Normanna-Barletta.

Quelle di Serie D: Hinterreggio-Neapolis, Sorrento-Montalto, Neapolis-Montalto, Puteolana-Scafates, Monopoli-Puteolana, Montalto-Frattese, Due Torri-Neapolis, Neapolis-Akragas, Neapolis-Sorrento, Fidelis Andria-Puteolana.

Per quanto riguarda le società, a titolo di responsabilità oggettiva sono state deferite Neapolis (già Turris Neapolis), Akragas Cittadeitempli, Comprensorio Montalto, Puteolana 1902 Internapoli, Hinterreggio, Juve Stabia, Sorrento, Due Torri, Pro Ebolitana, L’Aquila, Santarcangelo, Maceratese, Grosseto, Savona, Aurora Pro Patria, Torres, Tuttocuoio-San Miniato, Barletta, Vigor Lamezia e Catanzaro.

Per responsabilità presunta, deferite Scafatese, Monopoli, Nerostellati Frattese, Fidelis Andria, Juve Stabia (per la gara con la Lupa Roma dell’11 novembre), Prato, Cremonese, Pavia, Aversa Normanna e Livorno.

Tra i tesserati deferiti, le accuse più gravi riguardano coloro i quali sono ritenuti colpevoli di associazione (ex articolo 9 del codice di giustizia sportiva). Si tratta di Antonio Ciccarone (all’epoca dei fatti «soggetto che svolgeva attività rilevante all’interno e nell’interesse della Neapolis s. r. l. già Turris Neapolis s. r. l. »), Mario Moxedano (dirigente della Neapolis), Antonio Palermo e Francesco Molino (dirigenti dell’Asd Comprensorio Montalto Uffugo), Salvatore Astarita (calciatore all’epoca dei fatti alla Usd Akragas Cittadeitempli), Emanuele Marzocchi e Pasquale Izzo (all’epoca calciatori della Ssd Puteolana 1902 Internapoli), tutti «perché si associavano fra loro – si legge nel deferimento – in numero di tre o superiore a tre, al fine di commettere una serie indeterminata di illeciti disciplinari, fra i quali illeciti sportivi, ex art. 7 CGS», mentre per Antonio Ciccarone e Salvatore Astarita è contestata anche «l’effettuazione di scommesse illecite, ex art. 6 CGS».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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