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Il Catania va in ritiro: Pelligra non molla, ma il bilancio in rosso preoccupa

Squadra a Cosenza con l'incognita del possibile rinvio della gara di domenica a Picerno

Di Giovanni Finocchiaro |

I segnali tutt’altro che confortanti emersi dal campo fanno il paio con quelli di una gestione economica del club che deve essere sistemata al di là di un disavanzo di oltre 11 milioni. Le spese del 2024, a fronte dei ricavi, potrebbero fare precipitare ancor più una situazione che resta precaria.

A questo punto, focalizzando l’attenzione non ai risultati ma alla programmazione futura possibile c’è da chiedersi come farà il Catania a risalire dal segno meno (-11 per ora) e dotarsi di un campo d’allenamenti che si possa chiamare anche centro sportivo, come potrà riappropriarsi del logo che fa parte della storia del calcio cittadino, come potrà sviluppare l’idea di incrementare qualitativamente l’attività del vivaio.

Il bilancio preoccupa tanto la famiglia Pelligra, intesa non solo nella persona del presidente. Al di là delle promesse di fine anno rilanciate da Ross Pelligra a Telecolor («rafforzeremo la squadra, il mio impegno a tutto tondo non mancherà») le difficoltà di mercato sono lo specchio di una situazione economica controllata e da controllare. Il Catania ha bisogno, sì, di vendere una decina di giocatori in rosa e fuori lista per recuperare o risparmiare denaro. Poi deve impiegare quel gruzzoletto per comprare. C’è anche una disponibilità economica per effettuare qualche operazione a costi non esorbitanti per dare al tecnico Toscano i giocatori che servono. Ma si tratta di mosse davvero delicatissime.

La sconfitta interna con la Juventus Ng ha fatto precipitare tutto: classifica, morale, gestione del gruppo, rapporti con la piazza. Così da domani il Catania comincerà il ritiro alle porte di Cosenza per rimanere al lavoro lontano dalla Sicilia a tempo indeterminato. Ieri in società si stava lavorando per trasferire il materiale tecnico altrove anche con la prospettiva di non giocare domenica perché Picerno-Catania potrebbe essere rinviata ancora per il maltempo, visto che la neve continuerà a cadere in quella zona in maniera copiosa. Se, poi, si dovesse giocare il Catania sarà chiamato a un riscatto immediato. Una frase che troppe volte è stata scritta, salvo poi registrare spesso delusioni e non certo rivalse.

Se i conti non tornano

Torniamo al discorso di prima. Se Pelligra da aprile metterà altri soldi per ricapitalizzare la programmazione del Catania andrà avanti cercando di limitare errori macroscopici. Tanti errori, così si spiega il dispendio di quattrini in due anni. Va bene che rifondare un club, in serie C, ha dei costi elevati. Ma non così esosi. Se, poi, si va a contrattualizzare il miglior trequartista (le credenziali erano quelle) della categoria, ovvero Chiricò, e dopo una sola stagione non certo brillante non si riesce a venderlo sono dolori. Se per rimediare si prende, per esempio e in altro ruolo, Luperini e gli si fa firmare un altro contratto pluriennale accorgendosi qualche settimana dopo che il giocatore non s’è adattato al gioco e alla piazza catanese cederlo diventa un altro grande problema.

Bastano tre o quattro esempi del genere e si va incontro a un disavanzo esagerato. Sì, fuori misura per la Serie C, se è vero come è vero che il monte ingaggi dell’intero gruppo supera gli 11 milioni di euro. Manco se erano stati tesserati Mascara, Gomez e il Maxi Lopez degli undici gol al primo suo anno in serie A. Qui i nomi sono molto più modesti così come modesto (e siamo molto generosi) è stato il rendimento offerto non in tre o quattro gare, ma in un girone di andata, più le tre gare del ritorno.

I tifosi sono irritati da promesse di vittorie mai mantenute. E, in questi casi, escono fuori discorsi che sembrano luoghi comuni, ma che non lo sono: scarso impegno, le serate mondane in giro per Catania, le liti nello spogliatoio o peggio ancora – com’è accaduto – durante gli allenamenti al Cibalino e tanto altro ancora. Ecco perché, poi, maturano sconfitte e continuano le delusioni. Se tra calciatori ci si scambia qualche ceffone e poi si rende, ma che si litighi ogni giorno. Invece qui i galletti nel pollaio in campo diventano animelle o peggio ancora strafottenti.

Cosa farà Pelligra domani? Arriveranno soldi dalla sua famiglia per risalire la china? Ci sarà un disimpegno graduale ma inevitabile? Ci sarà un cambio ai vertici dell’attuale gestione in loco? Si cambierà allenatore? Si cambierà mezza squadra dando il via all’ennesima rivoluzione? E se non dovesse cambiare nulla cosa farà il Catania? Tirerà a campare risparmiando il più possibile in attesa che arrivino soldi dall’Australia da aprile in poi come era stato paventato? O si cederà il club? Quest’ultima ipotesi fino a oggi è stata sempre scartata tanto è vero che sono stati spesi tanti soldi e ancora se ne spendono per pagare gli stipendi.

Il silenzio assordante della società dà adito a queste ipotesi e a tante altre ancora. Basterebbe essere sinceri, anche a costo di confessare che, a furia di errori madornali, questo club per rimettersi in asse dovrà soffrire un paio d’anni marcendo in Serie C. Anche a costo di perdere buona parte dei 12.873 abbonati e presenze da record al Massimino. Domenica c’erano meno di 15 mila spettatori. Tremila in meno rispetto alle gare del girone d’andata. Un segnale del distacco che è diventato palese. E si vuole continuare in questo modo?COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA


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