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Guglielmotti, il trattore del Catania: «Il mio gol, Toscano e la spinta del Massimino»

L'esterno rossazzurro protagonista di un inizio di stagione molto positivo

Di Giovanni Finocchiaro |

Davide Guglielmotti, il trattore rossazzurro, non solo impedisce agli avversari di passare, ma domenica scorsa ha anche segnato il suo primo gol con la maglia del Catania. Ha raccontato al nostro giornale sensazioni personali e soprattutto idee di squadra. Una squadra che sembra sempre più compatta anche nella preparazione al match interno con l’Altamura.

Guglielmotti, il primo gol in rossazzurro fortemente voluto. Cosa le ha suscitato a livello personale?

«Il mio percorso calcistico conferma che qualche gol in carriera l’ho fatto e spero che in questa stagione il mio curriculum si possa arricchire di altre reti. Sì, gol fortemente voluto perchè è un gesto che mi appartiene e che mi dà una adrenalina maggiore. Poi c’è la possibilità di aiutare i compagni ed è un momento ben accetto da tutti. Spero sia il primo di tanti altri».

I tifosi l’hanno ribattezzata “il trattore” per la sua grinta nel presidiare la fascia nelle due fasi. In realtà in estate lei il trattore lo utilizza davvero. Racconti questa storia.

«Anche in passato è capitato in altre piazze che mi chiamassero così. Il fatto che lo utilizzi davvero in estate corrisponde a verità. Gestisco con mio fratello l’azienda agricola di famiglia specie da quando mio padre non c’è più ed è un lavoro a cui tengo molto infatti sto cercando di investire in quel settore con l’idea di dedicarmi a tempo pieno all’attività anche se all’adrenalina che mi trasmette il calcio non vorrei mai rinunciare. Non so se sarei mai pronto a lasciare lo sport, per ora penso al Catania e basta. Sono felice che la grinta, in partita, venga notata. Un particolare su cui mi aspetto molto dalla mia persona. Oggi fare il compitino o essere bravo in una sola delle due fasi non è proficuo, non può bastare per garantirsi un futuro migliore. Bisogna fare tutto alla perfezione. Devo evitare che qualcuno possa transitare con una maglia diversa. Quando c’è da attaccare cerco sempre di aiutare i compagni a creare superiorità e situazioni utili in fase di conclusione».

Le due vittorie in trasferta confermano come il Catania cerchi di imporre il gioco a prescindere.

«Non è mai facile portare a casa punti per i campi che non sono spaziosi come il nostro. Spesso sono stretti, o sintetici. Anche i contesti del pubblico possono influire, anche se siamo una squadra esperta e sempre seguita in trasferta. Non è mai facile giocare lontano dal Massimino, ma il tecnico ci fa lavorare per recuperare i margini di miglioramento che la squadra ha fatto intravedere e che ci permetterebbe di proseguire il campionato con ulteriore sicurezza e affidabilità. Lavoreremo tanto per aumentare il livello che ha percentuali di progresso notevoli».

A Reggio Emilia e a Renate in due stagioni segno’ un totale di 11 reti. Giocava in mediana e si inseriva come fa adesso?

«A Lecco ero più difensore destro bloccato per esigente tattiche. Ma a Reggio Emilia e a Renate ho interpretato il ruolo di esterno di centrocampo con quattro o cinque uomini, con la consegna di avanzare quando c’era la possibilità tenendo sempre attenzione nei confronti della fase difensiva. Il gol è un premio, ma dipende da come si gioca e dipende anche dalla squadra, dai compagni. Sono fortunato, ho compagni davvero forti che sanno dove e quando servirti l’assist giusto».

Sabato al Massimino in che modo gestirete una gara non semplice contro un Altamura capace di rimontare a Giugliano?

«Sarà una gara difficile, non è assolutamente un risultato scontato sol perchè ci chiamiamo Catania. Sarà una sfida con un club che ha obbiettivi come noi. L’Altamura verrà a Catania intanto per non perdere. Ci aspettiamo un avversario che occuperà gli spazi per toglierci le profondità. Dovremo raddoppiare sugli esterni. Dovremo studiarla al meglio, lo stiamo già facendo. Proporremo il nostro gioco all’insegna dell’aggressività in avanti per strappare via il pallone e portarci dietro il sostegno del pubblico».

Per un tempo lei diventa il giocatore più vicino a Toscano che staziona sulla linea di competenza in panchina e vi martella. Come può descrivere il vostro rapporto?

«Per un tempo, sì, sono vicino al tecnico specie in fase offensiva. Toscano giustamente ci pressa, vive la gara come se fosse un giocatore. Domenica dopo la sostituzione ero in panchina e ho capito ancora di più come vive la gara. Ed è un continuo incitare e consigliare. Il tecnico è un giocatore in più per noi, pressa sul piano positivo sotto il profilo mentale. Vorrebbe che la squadra dia il massimo per 95 minuti. Il rapporto con lui è molto diretto e propositivo. Mi dà consigli nella fase difensiva e nel posizionamento».

Giocare spinti da 18 mila persone che emozioni trasmette a un calciatore ?

«La tifoseria è importante, al di là del numero di spettatori. A Catania c’è un repertorio di sold out immenso, anche nella stagione passata ne ha registrati tanti. Spero di vederne anche quest’anno, ma sarà compito di tutti noi cercare di portare più tifosi ancora al Massimino. Il sostegno annulla la fatica».

Il Benevento è la squadra che ha trasmesso al campionato i valori più alti? O chi tra le altre battistrada del girone visto che le avete incontrate tutte?ì

«I sanniti sono tra le squadre migliori di questo girone a livello di singoli e sono allenati da un tecnico esperto e che ha vinto campionati come Auteri. Non dimentichiamo l’Avellino che ha voglia di rimontare e potrebbe arrivare più vicino alla cima. Il Trapani è costruito per una stagione importante. Tra le prime metto il Picerno che ha una struttura di gioco valida e collaudata, con idee codificate che porta avanti da qualche stagione. Ci sono le possibili sorprese, cito Cerignola e Monopoli a rendere ancor più equilibrata la stagione. Chi avrà più costanza nei risultati farà la differenza nel rush finale».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA