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Caso Orlandi, sorella di Emanuela su apertura ossari: «Potrebbero esserci le sue ossa»

Di Redazione |

CITTA’ DEL VATICANO – Esperti medico-legali al lavoro in due ossari sotterranei in Vaticano, nel quadro delle attività istruttorie delle autorità d’Oltretevere sul caso di Emanuela Orlandi. E l’esito apre la strada a nuove ricerche. «Sono state trovate migliaia di ossa quindi si ipotizza la presenza dei resti di qualche decina di persone. Ci sono ossa lunghe, piccole, alcune frammentate. Sono ammucchiate in una cavità di qualche metro cubo. Non ci aspettavamo così tante ossa», ha detto il genetista Giorgio Portera, perito della famiglia Orlandi. «Ci sono anche ossa craniche, più o meno conservate, di soggetti adulti e non – ha aggiunto ai giornalisti – la datazione si potrà fare, anche se non dettagliata, ma servirà per capire se sono di qualche decina di anni fa o di centinaia. Il caso è aperto».

«Sono esperienze molto forti, potrebbero esserci le ossa di mia sorella…però non ci pensiamo finché non abbiamo il risultato», è stata invece la reazione carica di emotività di Federica Orlandi, la sorella di Emanuela.

Le operazioni al Campo Santo Teutonico hanno riguardato due ossari individuati in un’area attigua alle tombe delle principesse tedesche Sophie von Hohenlohe e Carlotta Federica di Mecklenburgo: i due sepolcri, nell’ispezione dell’11 luglio scorso, richiesta dalla famiglia dopo una segnalazione anonima sulla possibile presenza dei resti di Emanuela Orlandi, erano stati ritrovati vuoti. Il prof. Giovanni Arcudi, docente di Medicina legale all’Università di Tor Vergata, perito del Tribunale vaticano, e il suo staff – alla presenza del perito di fiducia della famiglia Orlandi – hanno portato alla luce i resti presenti negli ossari e li hanno analizzati e studiati già ‘in locò, sottoponendoli ad una prima valutazione, «secondo protocolli riconosciuti a livello internazionale», ha detto il portavoce vaticano Alessandro Gisotti. Secondo quanto disposto dal promotore di giustizia Gian Piero Milano, le operazioni proseguiranno sabato prossimo, 27 luglio, alle 9.00, «con un’approfondita analisi morfologica dei reperti contenuti negli ossari». Difficile dire quanto potrà durare questa fase peritale.

«Non è possibile prevedere, al momento, i tempi di durata per concludere tali operazioni al fine di completare l’analisi morfologica dei resti ritrovati negli ossari», ha spiegato in mattinata Gisotti. Se nelle due tombe non sono stati trovati i resti della quindicenne romana scomparsa il 22 giugno 1983 – come già avvenuto il 14 maggio 2012 all’apertura della tomba del boss della Magliana ‘Renatinò De Pedis nella basilica romana di Sant’Apollinare, mentre esito ugualmente negativo ha dato l’analisi delle ossa rinvenute nell’ottobre scorso sotto un pavimento alla Nunziatura apostolica in Italia, in Via Po -, le autorità della Santa Sede vogliono che non si parli di «giallo” anche per l’assenza dei corpi delle due principesse, vissute due secoli fa, visto che le tombe subirono una ristrutturazione negli anni ’60 e i resti magari furono traslati altrove.

La perizia sui reperti trovati nei due ossari attigui, comunque, dovrà rispondere alle domande ancora aperte. «Con questa nuova attività peritale – dopo le operazioni dell’11 luglio scorso – si evidenzia ancora una volta la disponibilità della Santa Sede verso la famiglia Orlandi. Disponibilità dimostrata, fin dall’inizio, nell’accogliere la richiesta di verifiche nel Campo Santo Teutonico pur sulla base di una mera segnalazione anonima», ha commentato Gisotti. Alle operazioni di oggi, oltre ad Arcudi e al suo staff, hanno partecipato il personale della Fabbrica di San Pietro per l’apertura e chiusura degli ossari e quello del Centro Operativo di Sicurezza (Cos) della Gendarmeria vaticana. Presenti il pg Milano e il suo aggiunto Alessandro Diddi, il legale della famiglia Orlandi, l’ufficiale responsabile del servizio di polizia giudiziaria del Corpo della Gendarmeria. COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA

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