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I cacciatori di tracce invisibili Così i Ris trovano i colpevoli

I cacciatori di tracce invisibili Così i Ris trovano i colpevoli

In Sicilia la sede, dal 1992, è a Messina e sono loro, i carabinieri del Reparto Investigazioni Scientifiche a cercare le più minuscole tracce del reato. E quasi sempre ci riescono.

Di Agnese Virgillito |

Carabinieri che indossano il camice bianco anziché la divisa. Sono i militari del Ris, Reparto di Investigazioni Scientifiche. Specialisti dediti alla ricerca delle più minuscole tracce del reato, che eseguono con strumenti sofisticati le attività legate alle indagini di PG su tutto il territorio nazionale. Si occupano di esaltare le impronte digitali, tracce ematiche e sostanze biologiche latenti; di comparazioni balistiche, dattiloscopiche e foniche; di eseguire esami che accertino la natura del materiale esplodente; di estrazione del Dna; di decifrare «tracce informatiche» nel mondo virtuale; etc.. In Italia sono quattro le sedi del Ris: Roma, Messina, Parma, Cagliari, e sono poste alle dipendenze del Raggruppamento Carabinieri Investigazioni Scientifiche (Ra. C. I. S.). Nel capoluogo peloritano i «militari scienziati» sono settantadue e la maggior parte dei «graduati» è laureata in discipline scientifiche (fisica, chimica, ingegneria, biologia). Dal 1992 – anno dell’inaugurazione della caserma, che sorge lungo la Strada Statale 114 nel quartiere “Tremestieri” – gli “investigatori Speciali” della Benemerita svolgono attività tecnico-scientifica nell’ambito delle indagini preliminari con competenza su Sicilia e Calabria indagando in media ogni anno su oltre 150 delitti. Il reparto, comandato da quasi dieci anni dal Ten Col. Sergio Schiavone, intitolato nel 2004 ad Alfio Ragazzi – militare di Messina morto a Nassiriya – è suddiviso in sezioni che si occupano delle varie branche delle scienze forensi. Settori della criminalistica che vanno dalla Dattiloscopica (impronte, polveri) alla Chimica e Merceologia (droghe, esplosivi ed infiammabili, tracce su fibre e vernici), dalla Balistica (armi da fuoco e bianche) alla Biologia (analisi Dna) sino alla Fonica e Grafica (video, foto, audio, documenti). A capo della sezione di Biologia c’è il magg. Carlo Romano; a comandare quella di balistica: il magg. Sergio Abate; a guidare i laboratori di chimica: il magg. Pietro Maida; la sezione di Fonica e Grafica è affidata al Magg. Vincenzo Fiorentino; al comando della sezione impronte: il magg. Aldo Mattei; il numero uno della Sezione Intervento Operativo è il mar. Franco Mura. Sono i carabinieri del Ris della Città dello Stretto che vanno a caccia di tracce ed accorciano la distanza tra reato e verità. Fondamentale è l’intervento sulla scena del crimine da cui poi seguono gli accertamenti di laboratorio. Il sopralluogo con le operazioni tendenti ad individuare e raccogliere tutti gli elementi utili alla ricostruzione dell’evento e/o alla identificazione del reo. Non meno importante, anzi, è la fase del repertamento sul luogo del reato con rilievi planimetrici, descrittivi, fotografici, etc.. La ricerca di tracce ematiche latenti sulla scena del crimine, poi, con il “Luminol” ha segnato un passo emblematico nella fase delle indagini preliminari ma non solo. Sangue o semplici macchie rinvenute su un indumento od una superficie, ad esempio, possono essere evidenziate mediante il test che permette di renderle fluorescenti. Metodo che ha portato alla risoluzione di innumerevoli casi giudiziari.

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