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Ora sconti per nessuno

Ora sconti per nessuno

Di Lillo Miceli |

Le mozioni di sfiducia che centrodestra e grillini avevano presentato nei confronti del presidente della Regione, Rosario Crocetta, si sono infrante contro la compattezza della ritrovata unità del Partito democratico, figlia dell’azzeramento della giunta regionale e della formazione del nuovo governo, che sarà ufficializzato nelle prossime ore. Le polemiche che per mesi hanno alimentato lo scontro tra il governatore e una parte del Pd, a giudicare dal dibattito di ieri all’Ars, dovrebbero essere un ricordo del passato. C’è da augurarselo per il bene della Sicilia. Se ancora a qualcuno sta a cuore. Da oggi in poi, anche se non siamo sicuri che le fibrillazioni nella maggioranza siano d’incanto cessate, non potranno più esserci sconti per nessuno. È stato ricomposto il quadro politico, c’è una giunta rinnovata per dieci dodicesimi, formata da alcune personalità di spessore professionale. Non solo, ma c’è anche l’esplicito sostegno del governo nazionale che ha consigliato la nomina ad assessore dell’Economia di Alessandro Baccei, stretto collaboratore del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Nomina che qualcuno ha interpretato come un commissariamento, gridando allo stupro dell’Autonomia. Rivendicare le prerogative dello Statuto speciale è legittimo, ma siamo in tempo di guerra. Assessore o commissario che sia, Baccei, conta ben poco: importa, invece, che attui tutte quelle misure necessarie, a cominciare da un taglio netto di tutti gli sprechi, per tentare di rimettere in equilibrio il disastrato bilancio regionale. Senza uno stretto collegamento con Roma, la Regione da sola difficilmente potrebbe risalire dal baratro in cui anni di dissennata spesa l’hanno fatto precipitare. Ora i braccianti della forestale, quelli dei Consorzi di bonifica, le migliaia di precari e dipendenti della formazione professionale che costano centinaia di milioni di euro senza profitto, sono figli di nessuno. Negli anni, è cresciuta a dismisura la spesa corrente, mentre sono rimasti al palo gli investimenti. Allo sviluppo economico è stato preferito l’assistenzialismo, provocando il disastro. Ma le colpe che vengono da lontano non siano un alibi per nascondere eventuali incapacità.

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