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Per Giovanni Caccamo nuovo album a Londra con l’orchestra

Di Gianluca Santisi |

Iniziamo dal live: la dimensione piano e voce è quella in cui ti trovi più a tuo agio?

«Fino ad ora sì, anche perché è quella in cui nascono i miei brani. In questo tour acustico ripercorro i primi due capitoli del mio percorso musicale, Qui per te e Non siamo soli, ma anche le canzoni che scritto per altri artisti e brani editi di grandi cantautori italiani che hanno illuminato la mia strada e continuano a farlo ancora oggi».

Battiato è uno di questi. Hai scelto di ringraziarlo cantando “La cura”…

«Il mio è un omaggio perenne verso un artista eccezionale che per me, per il mio percorso, è stato fondamentale».

In scaletta anche “La sua figura” di Giuni Russo.

«Una canzone che amo profondamente e che farà parte del mio nuovo album. Un brano che sento molto vicino alla mia poetica e al mio modo di scrivere».

Il nuovo album uscirà i primi di febbraio. Che casella occuperà nel tuo percorso artistico?

«Per me è come se fosse il mio primo disco, quello in cui sono riuscito veramente ad essere me stesso dall’inizio alla fine e a dare un’immagine di me coerente. È frutto di una ricerca che ho fatto con me stesso, a livello umano ma anche compositivo. La produzione è stata curata da Taketo Gohara e sarà molto orchestrale. Siamo stati agli Abbey Road Studios con la London Session Orchestra per registrare tutte le orchestre. Da un lato, un sogno che si realizza, dall’altro, la mia anima che si concretizza in un album».

Perché proprio Londra?

«Perché gli archi della London Session Orchestra hanno una potenza, una grazia e un suono ineguagliabili. Un velluto».

E, invece, quanta Sicilia ci sarà?

«La Sicilia c’è sempre in tutto ciò che scrivo. Soprattutto il fatto di trovarmi spesso lontano dalla mia terra mi porta sempre una malinconia o il ricordo di una luce diversa di quella che avverto altrove. Sono orgoglioso di essere siciliano e lo ripeto continuamente. La mia terrà c’è e ci sarà sempre in quello che faccio e che farò».

Ti sei concesso anche un’incursione a teatro, scrivendo le musiche per “Non mi hai più detto ti amo”, la commedia con Giampiero Ingrassia e Lorella Cuccarini. Com’è nata questa collaborazione?

«Da un incontro con Lorella Cuccarini che mi raccontò la trama. Mi ha colpito molto perché parla di come la sofferenza possa riportarci a dare un valore alla quotidianità. Una tematica a me molto vicina e un’esperienza che ho vissuto con la malattia di mio papà. Ho quindi subito sposato l’idea di creare le musiche. C’è anche uno degli inediti del mio prossimo disco che si intitola Se partissimo domani, un brano che invita a fare di ogni giorno un giorno degno di essere vissuto, dando il giusto valore alle cose. Che poi è anche il senso dello spettacolo teatro».

In generale, che idea ti sei fatto dei talent televisivi?

«Come ho sempre detto, credo siano un’opportunità. Soprattutto per chi fa della propria voce lo strumento principale di comunicazione. Perché hai la possibilità per svariati mesi di esibirti e cimentarti con canzoni diverse, edite ed inedite, e le persone hanno modo di conoscere chi sei. Poi, al di là del programma televisivo, che è una grande opportunità, la parte più complessa per l’artista è quella di riuscire a trovare un equilibrio e un’identità artistica tali da poter rimanere a fuoco anche una volta che i riflettori si sono spenti».

Popolarità crescente significa rischio gossip. Sei stato fotografato a Milano con Anna Tatangelo…

«Sono stupidaggini che non andrebbero neanche commentate. Esco per un caffè e mi ritrovo dodici paparazzi intorno. Una situazione abbastanza ridicola. Io mi faccio due risate ma per lei mi è dispiaciuto. Ed anche tanto perché si trovava in un momento personale delicato e il fatto di non poterlo vivere in serenità non è sicuramente una bella cosa».

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